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ROMAN STOLYAR Credo Electroshock Records 2003 RUS

Questo album è stato per me una grande sorpresa, in primo luogo perchè credevo di aver comprato un CD della band sovietica Credo, per poi scoprire in un secondo momento che si trattava di un album del musicista di Novosibirsk Roman Stolyar intitolato appunto "Credo". Disco acquistato per sbaglio quindi e a scatola chiusa che si rivela un bellissimo album, sospeso fra il prog sinfonico e la musica contemporanea. L'etichetta discografica è altrettanto interessante perché appartiene al musicista Edward Artemiev ed è l'unica, a detta dell'artista, a cercare di propagandare nel proprio paese, garantendo anche una distribuzione all'estero, un certo tipo di musica colta e sperimentale. Colpisce molto la raffinatezza di questa produzione, sia per i contenuti musicali che per la qualità di registrazione. La proposta musicale di Roman è molto variegata e racchiude brani registrati in epoche diverse frutto sia di improvvisazione estemporanea, sia di un lavoro compositivo vero e proprio. Le prime quattro tracce, che formano una suite di circa 36 minuti intitolata "Credo RS", sono state registrate dal vivo alla Philharmonic Hall di Novosibirsk nel 1996 con Roman che si divide fra piano, flauto dolce e harmonium. I suoni sono freddi e limpidi, i vari spezzoni musicali sono intervallati periodicamente da un sinistro rintocco di campane e sono dominati da fughe pianistiche in solitario e lunghe sequenze di flauto dal sapore quasi orientale mentre gli elementi percussivi sono rari ed i suoni rarefatti. Lo stile, fra musica da camera e avanguardia, evoca mistero e magia ed il culmine è rappresentato dall'ultimo movimento, in cui gli impasti sonori si fanno più consistenti, con ritmiche dal sapore sudamericano che si fondono a richiami che ci riportano alla tradizione musicale indiana. Le tracce che vanno dalla quinta all'ottava sono interpretate dal duo Shanti, formato dallo stesso Stolyar e dalla cantante Yelena Silantieva. La registrazione è avvenuta sempre a Novosibirsk nel 2000 e la suite (25 minuti di durata), che presenta alcuni dei classici stilemi del prog sinfonico, è ispirata al poeta inglese William Blake, i cui versi sono stati utilizzati come testo. Le quattro composizioni di questa suite (ognuna dedicata ad una stagione dell'anno) sono molto diluite e dominate dal cantato di Yelena, cristallino e leggiadro, che spesso si staglia netto sulla base delle sole linee pianistiche. Non mancano comunque aperture sinfoniche, con tastiere e belle orchestrazioni e persino qualche riferimento agli EL&P, anche se l'elemento dominante è sempre il pianoforte. L'aspetto è quello di una monumentale colonna sonora, tirata forse un po' troppo per le lunghe, ma sicuramente bella ed evocativa se ci si predispone all'ascolto col giusto spirito. L'ultima traccia, registrata sempre nel 2000, vede Roman nel ruolo di flautista e presenta contaminazioni ambient ed elettroniche: una composizione molto suggestiva dal sapore crepuscolare. Nonostante il fraintendimento legato all'acquisto, che ha aggiunto un pizzico di emozione all'ascolto di questo CD, devo dire che la proposta di Stolyar mi è sembrata senza dubbio interessante e traboccante di gusto e poesia. Se vi capita di vedere in giro questo CD quindi fateci pure un pensiero, anche perché presenta, ad ulteriore garanzia, la produzione da parte dello staff di Artemiev.

 

Jessica Attene

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