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SPRING Spring Neon 1971 (Repertoire 2007) UK

Sarebbe cambiata la storia del Progressive se gli Spring avessero continuato a produrre altri dischi dopo il primo omonimo? Forse no, ma sarebbe stato ugualmente interessante seguire la carriera di questa quasi leggendaria band, iniziata nel 1970 e conclusa appena due anni più tardi con il fallimento dell'etichetta Neon.
Gli Spring vengono dal Leicestershire e nella loro breve vita lasciano alcune non trascurabili tracce: prima di tutto un meraviglioso album d'esordio; poi il ricordo di un tour in Gran Bretagna a fare da spalla ai Velvet Underground. Ed infine qualche accenno del loro secondo album, mai portato a termine. La formazione è composta da Pat Moran (voce e mellotron), Ray Martinez (chitarre e Mellotron), Adrian Malone (basso), Kips Brown (piano, organo e Mellotron) e Pique Withers (batteria e glockenspiel) che poi diventerà Pick e troverà la gloria nei Dire Straits. L'ampio spiegamento di Mellotron è certamente un tratto distintivo del suono degli Spring che hanno nella voce malinconica e jazzata di Pat Moran il loro punto di forza.
Il disco inizia con "The Prisoner (Eight By Ten)", vero manifesto programmatico della band, in cui temi melodici e rilassati si alternano ad atmosfere più tese e sofferte. Segue "Grail", forse la traccia più emozionante: toni distesi, quasi pastorali e la voce di Moran a guidare, poi un solenne e cupo intermezzo di Mellotron per poi rientrare sul tema principale. "Boats" è un piccolo numero acustico che introduce la marziale "Shipwrecked Soldier": il ritmo militaresco di Withers e la chitarra acida di Martinez costruiscono un incalzante filo conduttore in cui si inseriscono a turno la voce e i Mellotron. In "Golden Fleece" ritroviamo toni soffici che riportano alla mente i Moody Blues; al centro del brano chitarra e organo si ritagliano finalmente un po' di spazio per un assolo.
"Inside Out" consiste in un tema alquanto convenzionale, vagamente psichedelico che viene arricchito da un delizioso passaggio centrale affidato al glockenspiel di Withers e da un finale in crescendo. Segue "Songs For Absent Friends (The Island)", ballata dal titolo evocativo e dal contenuto malinconico, costruita su misura per Moran che qui è accompagnato solo dal piano. La chiusura è dedicata alla splendida "Gazing" che si snoda secondo un percorso ormai consolidato: il tema-base, pacato e fluido, si interrompe nel bel mezzo per lasciare spazio ad atmosfere più movimentate e per poi ritornare nel finale.
La Repertoire si è meritoriamente impegnata, nel 1994 e nel 2007, nella ristampa di questo disco, pubblicando come bonus tre tracce del progetto che avrebbe dovuto concretizzarsi nel secondo album. Dall'ascolto di questi brani sembra di intravedere un deciso cambio di direzione: i Mellotron scompaiono per lasciare il posto ad un suono più essenziale e ruvido, fors'anche più convenzionale. Ma è solo un'impressione, una vaga idea di ciò che poteva essere e non è stato.

 

Antonio Mossa

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