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SUN DOMINGO The world’s alive autoprod. 2008 USA

Musica per tutte le orecchie, verrebbe quasi da dire, per descrivere il sound di questa band americana, di Atlanta per la precisione, che giunge alla sua seconda prova discografica con il breve (40 minuti scarsi) “The world’s alive”. Niente angosce esistenziale alla Birds and Building, niente suite alla Glass Hammer, nessuna "spigolosità" alla Echolyn, tanto per citare delle band che condividono con i Sun Domingo quantomeno la provenienza statunitense.
Sono in tre ma non sono un power-trio: Jason Pomar voce, basso e tastiere; Edgel Groves Jr. chitarra e voce; Nathan Lathouse batteria e cori.
Dieci brani freschi freschi, intrisi di melodia, ritmiche brillanti, piuttosto semplici per la verità, coretti fra la west-coast e gli Yes più leggeri (senza la personalità di un Rabin e la perizia degli altri ovviamente), possono ricordare forse i Castanarc in qualche brano….
Nessun pezzo brilla più di altri, ma dovendone segnalare uno, consiglierei “Hot little room” (poco più di tre minuti): un piccolo gioiello di dolce, carezzevole melodia e la dimostrazione che anche “nel breve” si può creare qualcosa di buono.
La domanda fondamentale a questo punto è: possiamo considerare quella dei Sun Domingo una proposta (piacevole.. attenzione..) sufficientemenente articolata da poterla inserire nel calderone prog?
A mio avviso siamo di fronte ad un pop-rock (senz’altro ben fatto) appena sfiorato da venature progressive, ma che non ci auguriamo rappresenti il futuro (almeno in termini di visibilità mediatica) del nostro genere preferito.

 

Valentino Butti

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