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SLEEPY HOLLOW Legend autoprod. 2010 USA

Gruppo anomalo questo americano che in un doppio CD ci propone tutta la sua decennale storia dalle origini fino ai giorni nostri. Anomalo perché, per illustrare la sua proposta musicale, prende in prestito un termine astruso come quello di acid metal che, oltre a non aver mai sentito prima, non credo renda onore alla capacità compositiva di questo gruppo. Ci troviamo, infatti, davanti a una formazione che se fosse nata quaranta anni fa avrebbe fatto sicuramente sfaceli, visti i suoni e tutto l’armamentario “vintage” che caratterizzano questo lavoro. Progressive rock a forti tinte hard e dark che ti rimanda indietro nel tempo ad ascolti passati ma che riesce comunque a suonare “diverso” e attuale in questo determinato periodo storico musicale.
E’ interessante vedere l’evoluzione di questo gruppo che nel corso degli anni riesce ad affinare la propria tecnica e le proprie composizioni creando dei veri e propri gioiellini (a volte rovinati da una voce non proprio all’altezza che cerca di mascherare le proprie lacune con aspetti più o meno teatrali).
I brani più riusciti sono senz’altro quelli caratterizzati dall’uso preponderante del pianoforte che riesce a creare atmosfere cupe (come la leggenda che vanno a narrare e dalla quale prendono il nome) che personalmente mi ricordano spesso la prima Tori Amos e per certi aspetti certe composizioni dei Discipline di Parmenter (anche se il paragone è azzardatissimo e forse fuorviante). E’ comunque riduttivo pensare di riuscire a catalogare la musica degli Sleepy Hollow perché nei due cd troverete uno Hammond tiratissimo, contaminazioni heavy metal, rock progressive di stampo sinfonico e chi più ne ha più ne metta.
Ci sono delle zone grigie in quest’operazione fatta dal gruppo americano che non permettono di dare un giudizio pienamente positivo. La più importante deriva proprio dalla lunghezza del progetto che, pensato come una specie di antologia storica delle composizioni musicali del gruppo, non è tutta sullo stesso livello. Limare determinati passaggi avrebbe voluto forse dire compromettere l’idea di base del concept ma sarebbe sicuramente uscito fuori il vero e proprio potenziale di questa formazione.
Brani come “ The Mirror”, ”The wanderer”, ”The soldier’s lament”, gli inserimenti di flauto in “Out of the mist”, dimostrano comunque una band che ha qualità sicuramente superiori alla media rispetto ai gruppi underground americani e non.
Discorso a parte bisogna farlo per la confezione. La bellissima copertina è stata disegnata da Ken Kelly, tra i migliori artisti fantasy in circolazione, famoso per essere stato disegnatore nella serie Marvel di Conan il Barbaro e già autore di copertine per Manowar, Kiss e Rainbow (la copertina di “Raising” è opera sua). Il paper sleeve apribile sarà invidiato anche da gruppi di più alto lignaggio storico rispetto agli Sleepy Hollow.
Non ci troviamo di fronte a un capolavoro né a un gruppo fondamentale, considerata la sensazione di imperfezione che spesso viene fuori dalle quasi due ore di questo lavoro, ma ad avercene di autoproduzioni fatte in questo modo!
Vedremo se il futuro riserverà ancora qualche bella soddisfazione per il gruppo americano e speriamo di non aspettare altri dieci anni per avere tra le mani un booklet fatto così bene.


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Antonio Piacentini

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