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SLEEPWALKER SUN Stranger in the mirror Masque Records 2009 BRA

Il secondo album dei brasiliani Sleepwalker Sun si assesta sulle coordinate di un prog metal melodico, che in un primo momento fa davvero ben sperare. Dopo qualche ascolto, però, viene da chiedersi quanto ci sia di realmente prezioso sotto quella patina dorata che occorrerebbe sempre cercare di scrostare, per rendersi effettivamente conto del valore che sta alla base di qualsiasi pubblicazione. In definitiva, la voce di Giana Araújo è senza dubbio bella, ma la cantante fa troppa “accademia” e non conferisce mai quel quid che dovrebbe fare impennare i pezzi. Eccezione per “The Waste Land”, dove troviamo l’ospite Jorge Mathias col quale la Araújo intreccia delle interessanti stesure, dando sicuramente vita ad un brano da sentire con attenzione.
Il tastierista (ed autore principale) Luiz Alvim sa sicuramente il fatto suo, ma sarebbe stato un bene sentirlo ancora più presente, come si era ad esempio avvertito nella lunga suite iniziale di venti minuti da cui l’album prende il nome. Un susseguirsi di momenti ora duri ed ora melodici, dove sono le parti puramente strumentali a destare il maggiore interesse. Giana, che comunque non canta affatto male, in questo momento topico avrebbe dovuto interpretare con approcci differenti le varie fasi. Purtroppo ciò non avviene ed è quindi la chitarra di Ricardo Marins, con una timbrica potente ed incisiva, ai limiti dell’hard rock, a donare un’essenza variegata alla lunga composizione.
Marins si erge protagonista indiscusso di “Stranger…” con l’assolo davvero graffiante eseguito nel finale di “An Obvious Guest” ed in quelli di “A Lonely Land (Without a Trace)”, pezzo cangiante lungo i suoi dodici minuti. Quest’ultimi, suite a parte, sono senza dubbio gli estratti migliori del lavoro in esame e addirittura “An Obvious…” fa venire a volte in mente i partenopei Presence, denotando quindi un sound più oscuro.
Canzoni melodiche come “Play of Light” o la conclusiva “Into the Twilight”, molto apprezzabili all’orecchio di un neofito, potrebbero rientrare in qualcuno dei progetti dell’olandese Arjen Lucassen. In particolar modo, sembrerebbero appartenere al repertorio degli Ambeon, magari meno gotici ed un po’ più solari.
Gli Sleepwalker Sun, quindi, con la loro musica dicono tutto e niente. Sicuramente godibili ma allo stesso tempo abbastanza stereotipati. Se questo non è un problema per l’ascoltatore, che si proceda pure all’acquisto. Il prodotto è comunque messo insieme con più che sufficiente professionalità, garantendo un piacevole pomeriggio.


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Michele Merenda

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SLEEPWALKER SUN Sleepwalker sun 2005 

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