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SILHOUETTE Across the Rubicon Progress Records 2012 NL

Agli olandesi oggigiorno il Prog piace così, non c’è niente da fare! Potrei iniziare questa recensione dicendo ecco l’ennesima band di new prog melodico proveniente dall’Olanda e non direi niente di strano ma non lo farò perché non renderei il giusto onore a un gruppo che abbiamo imparato a conoscere per un paio di album abbastanza scadenti (soprattutto il primo) e che oggi può essere orgoglioso di farci vedere quanto sia migliorato! La copertina, disegnata da Ed Unitsky, è molto bella e predispone bene l’animo dell’ascoltatore. La musica, tenendo presente che appunto appartiene a un gruppo olandese nato nel 2005 e che non sfugge molto ai cliché che ci aspetteremmo, brilla per la pulizia dei suoni e per un lavoro ritmico più articolato che in passato. Anche il cantato, affidato a tre dei quattro componenti (al chitarrista Brian de Graeve, al batterista Jos Uffing e al tastierista Erik Laan, per voler elencare tutti i nomi ed i rispettivi ruoli con precisione, aggiungendo per correttezza che c’è anche Gerrit-Jan Bloemink al basso, che però non canta), è un poco migliorato e non è affatto motivo di sofferenza per la musica ariosa e melodica. Le tastiere offrono scorci sinfonici interessanti con registri che comprendono anche una discreta emulazione del Mellotron ed il MiniMoog che sta proprio bene in questo contesto musicale. Siamo tutti felici e contenti? Il gruppo può ben esserlo secondo me e gli ascoltatori, se cercano e si aspettano una musica fortemente debitrice di Pendragon, IQ, Landmarq e compagnia bella che popolava gli stage dell’Inghilterra nei decenni scorsi, potrebbero anche loro ritagliarsi la loro fettina di nostalgica soddisfazione. Ci tengo a sottolineare che i livelli non sono comunque quelli dei colleghi più famosi inglesi né di diversi connazionali che si dedicano a simili peripezie, come lo possono essere i più virtuosi Knight Area o anche gli Sky Architect. Tutto sommato però, con tutte le limitazioni del caso, l’album in questione si lascia finalmente ascoltare piacevolmente e senza intoppi e qualche volta offre persino delle atmosfere abbastanza coinvolgenti che non cedono neanche nei brani a minutaggio più lungo (ne abbiamo ben tre di circa 11 minuti). Gruppo finalmente promosso insomma ma che può ancora migliorare e, se il trend è questo, direi che il prossimo disco promette bene.


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Jessica Attene

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