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SETNA Guérison Soleil Zeuhl 2013 FRA

Sono passati cinque anni dall’esordio dei Setna, ma l’attesa, per gli amanti della musica zeuhl che aspettavano con curiosità un nuovo lavoro della band transalpina, viene ben ripagata da “Guérison”. Qualcosa è cambiato nel frattempo, visto che c’è stata una forte rivoluzione nella line-up. Il deus ex machina Nicolas Candé resta al timone, o meglio dietro la batteria, e l’unico che lo affianca della vecchia formazione è il bassista Christophe Blondel. Niente più sax e soprattutto niente più voce femminile, ma l’innesto di Yannick Duchene, già fattosi apprezzare con i Neom, altro grande gruppo di nuovo zeuhl, dà ampie garanzie per le parti cantate. Completano la formazione Benoît Bugeïa al rhodes e al piano e Florent Gac all’organo. Presenti poi ospiti alla chitarra, al vibrafono, al clarinetto, alle tastiere e al lapsteel ed anche un nome grosso come quello di Benoit Widemann, che ha suonato anche con i Magma, impegnato al minimoog.
L’inizio, con le tre tracce che vanno a formare “Cycle II”, è all’insegna della continuità con il sound del debutto e riscopriamo in dieci minuti quello zeuhl soffuso, pronto a cambiamenti ritmici, un po’ più “colorato” per una più ampia gamma timbrica rispetto al passato e che si va anche ad incrociare con reminiscenze canterburiane, specie quando si fa sentire l’organo sporco che rievoca Mike Ratledge.
Le cose cominciano un po’ a cambiare quando inizia “Triptyque”, suddivisa in tre parti (un inno al sole, poi “deserto, vento, tristezza, solitudine”, infine il momento della meditazione) e otto tracce. Si parte con un crescendo di matrice jazzistica, su cui la chitarra elettrica si lancia in note di piena libertà; poi si viaggia su continue variazioni di atmosfera (si va da impressione sonore gioiose ad altre più uggiose e misteriose, con queste ultime in crescendo man mano che passano i minuti) e di temi. La voce particolarissima, con un canto indecifrabile e affascinante, fa il suo piacevolissimo effetto; si mantiene l’unione tra questo zeuhl elegante e mai sopra le righe e l’influenza dei Soft Machine; in alcuni frangenti i musicisti virano su sentieri fusion, facendo venire alla mente il Pat Metheny di “Secret story” e si avvertono persino suggestioni floydiane.
Arrivano poi i quindici minuti di “Guérison”, con quattro tracce che accentuano un po’ il lato ombroso della musica dei Setna: un inizio lento, minaccioso, quasi psichedelico con tastiere oniriche e ritmi stravaganti… Poi si rientra nuovamente in quella dimensione a cui ci hanno abituato i Setna ed il loro coinvolgente mix zeuhl-Canterbury regala vivacità e tanti passaggi strumentali, tra intrecci e momenti solistici, di grandissima classe.
Due brevi bonus tracks riprendono alcuni temi già affrontati nel corso del cd e portano a termine un altro album stupendo, che conferma tutto ciò che di buono si era già detto dei Setna. Probabilmente stiamo parlando del miglior gruppo di zeuhl oggi in circolazione. Magma a parte ovviamente.



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Peppe Di Spirito

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