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STANDARTE Standarte Black Widow 1995 ITA

L'opera prima dei toscani STANDARTE stupisce per lo spessore, la consistenza della materia che propone; è basata su suoni monofonici (Mellotron ed Hammond a farla da padroni) tagliati dalle sferzanti sciabolate di una chitarra "sporca" al punto da coniugarsi perfettamente nel contorcersi di sonorità calde e magnetiche che la compongono. Presenta una sezione ritmica non sovrastante (come la copertina ANEKDOTEN-style potrebbe far pensare) nella quale la batteria ricerca la propria accordatura ancor più indietro negli anni che non gli altri strumenti... in piena epoca beat. Ne scaturisce un eccellente lavoro carico di energia, di pathos; un susseguirsi di flash, di passaggi suggestivi che avvolgono l'ascoltatore trascinandolo in un ambiente dai colori alterati. Un'opera che chi cataloga i dischi in ordine cronologico dovrebbe infilare fra le uscite dei primi anni 70 e chi li organizza invece per stile musicale dovrebbe riporre fra URIAH HEEP, DEEP PURPLE, QUATERMASS ed ATOMIC ROOSTER. Nota conclusiva per i più attenti: ad occuparsi di voce e batteria è tale Daniele Caputo, già nei BIRDMEN OF ALCATRAZ, band psichedelica (nell'accezione più ampia del termine) autrice di un paio di vinili. Da questi gli STANDARTE hanno ereditato la capacità di rendere in modo molto personale cover di pezzi tradizionali della musica rock: così come era infarti successo con "Codine", in questo primo lavoro gli STANDARTE inseriscono una versione di "In My time of dying" (traditional rock-blues la cui edizione più famosa è ad opera dei LED ZEPPELIN) particolarmente elaborata... diciamo pure stravolta. E diciamo pure azzeccata!
P.S. La versione CD contiene un paio di pezzi in più.

 

Luca Rodella

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