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STRUTTURA & FORMA One of us Electromantic 2017 ITA

La storia degli “Struttura & Forma” inizia molti anni fa e precisamente nel 1972 a Genova. Quattro ragazzi fondano la band, in pieno boom del pop italiano, sono coinvolti in numerosi concerti, ma non giungono all’esordio su LP. A distanza di oltre quarant’anni, con ancora due dei fondatori nella line-up (Franco Frassinetti chitarre e cori, e Giacomo Calciolo chitarre e cori), il “sogno” è coronato ed ecco l’album di debutto, “One of us”. Nel frattempo la formazione si è completata con gli innesti di Marco Porritiello (batteria), Claudio Sisto (voce) e Stefano Gatti (basso) mentre, per l’occasione, ospite del progetto è anche Beppe Crovella (Arti & Mestieri) al mellotron.
L’album è diviso in undici tracce, compresa una versione “estesa” dell’immortale “Lucky Man” degli EL&P. “One of us” si apre con lo strumentale “Worms”, un incandescente heavy-rock concepito nei primi anni ’70 e qui rifinito e rielaborato. Anche la successiva “Symphony” si muove sulle stesse coordinate, ma è un po’ penalizzata da un cantato in inglese non certo ottimale. Convince invece la citata rivisitazione di “Lucky man”, con delle sezioni aggiunte davvero emozionanti. “Kepler” è un piacevole brano hard-rock sinfonico che ci conduce alla title track posta subito dopo. Si tratta di un pezzo più riflessivo, quasi fusion, con la chitarra di Frassinetti sugli scudi. Il breve strumentale “Kyoko’s groove” ci riporta verso i lidi più cari alla band, uno hard rock senza troppi fronzoli e dal buon impatto. “Indios dream” è uno dei momenti più convincenti dell’album con il suo bel mix hard psichedelico, così come si fanno apprezzare le chitarre “ruvide” in “Amsterdam”. Il lato romantico emerge in “Acoustic waves”, un breve strumentale condotto dalle chitarre… acustiche. Il lavoro si chiude con una traccia bonus (l’unica cantata in italiano) “Il digiuno dell’anima”. Pezzo granitico e dal buon appeal anche se ci rimane sempre qualche dubbio sulla parte cantata.
“One of us” è un album fatto con passione, con delle buone idee, ma con altrettante cadute di tono. Un lavoro comunque sufficiente ma, se il gruppo vorrà -come è lecito attendersi- fare un passo in avanti, dovrà lavorare ancora molto. Per ora accontentiamoci.



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Valentino Butti

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