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SIIILK Endless mystery Musea Records 2017 FRA

I Siiilk nascono dalle ceneri della storica band transalpine Pulsar, autrice negli anni ’70 e ’80 di 5 album di ottimo valore (tra cui il capolavoro “Halloween”) che tutti voi che state leggendo, più o meno, conoscerete senz’altro. Più di recente la band si è riunita e nel 2007 pubblicano un buon album (“Memory Ashes”), dopo di che due dei fondatori, Gilbert Gandil (chitarre) e Jacques Roman (tastiere), assieme ad altri musicisti (Richard Pick -voce e chitarra acustica-, Guillaume Antonicelli -basso- e Attilio Terlizzi -batteria-) danno vita appunto ai Siiilk con i quali pubblicano l’esordio “Way to Lhassa” nel 2013. In questo secondo lavoro si registra anche l’ingresso di Catherine Pick alla voce, piano e harmonium indiano. Gli ospiti che completano la line-up di quest’album sono l’altro ex Pulsar Roland Richard al clarinetto e Behlole Mushtaq alle tablas.
Coloro che conoscono i Pulsar si ricorderanno di certo la natura eterea e delicatamente floydiana di gran parte della loro musica; nessuna sorpresa che, a grandi linee, anche questo nuovo progetto la musica si attesti su territori dolcemente sinfonici, soffusi e quasi impalpabili. Vista la strumentazione, non stupirà peraltro neanche la presenza di atmosfere e sonorità orientali che pervadono le 9 tracce dell’album.
Tutto l’album si assesta su atmosfere serene e calme, senza sbalzi ritmici di sorta, con la continua presenza della chitarra acustica, laddove l’elettrica ha praticamente solo il compito di sottolineare alcuni passaggi con delle sciabolate che rimangono però in sottofondo, quasi in lontananza. Le canzoni sono evanescenti, in bilico tra Prog sinfonico e tentazioni psichedeliche, delicate ed ipnotiche, specialmente quando intervengono gli strumenti indiani. Si tratta di composizioni prevalentemente strumentali ma il cantato, quando interviene è perfettamente inserito nello spirito della band, anch’esso etereo e pacato, prevalentemente ad opera di Richard ma con celestiali interventi anche di Catherine, con una canzone cantata interamente da lei.
Non si deve tuttavia pensare che si tratti di musica statica e poco articolata; le canzoni di “Endless Mystery” sono riccamente arrangiate ed hanno spessore decisamente apprezzabile. Sono suonate con grazia ed ispirazione, ed i paesaggi sonori variano continuamente, come se osservati dal finestrino di un placido e sonnolento treno, mentre ciò che non varia è il nostro modo di osservarli, attraverso la musica.
Ci piace quello che i Siiilk hanno da offrirci; la musica proposta ha il potere di intorpidirci piacevolmente i sensi e di estraniarci dal mondo per i tre quarti d’ora necessari ad esplorare il mondo da loro descritto.



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Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

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PULSAR Memory ashes 2007 

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