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ALAN SORRENTI |
Aria |
EMI |
1972 (VM2000 2001) |
ITA |
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Torna finalmente disponibile in CD, dopo la ristampa Mellow di alcuni anni fa, questo capolavoro del Prog italico dei '70s, uno dei pochi rimasti in attesa di ristampa tra i fondamentali di quel periodo della nostra musica (e non solo). Alan Sorrenti, se chiedete in giro, è famoso per i suoi "Figli delle stelle" e per altre canzoncine insipide che ci hanno ammorbato a cavallo dell'80, e pare davvero incredibile che ai suoi esordi possa aver dato alla luce un album siffatto (e anche il successivo non è da disprezzare, comunque), ove la sua voce che tanto ha fatto gridare le ragazzine possa esser stata sfruttata per una musica onirica e splendida come questa. La title-track che apre l'album e che occupava l'intera prima facciata dell'LP è sicuramente la vetta creativa del disco; la partecipazione di Jean-Luc Ponty e, soprattutto, del suo violino non fa che arricchire un piatto che offre una musica sinfonico-folk-psichedelica in cui, come detto, la voce di Alan, stralunata ed onirica, ci trasporta verso mondi ritenuti impensabili. A mio parere questa musica può essere benissimo apprezzata anche da chi pasteggia abitualmente a pane e Mellotron, cosa non certo comune per album di vero Progressive (intendendo con questo termine la solita definizione di musica che progredisce e che non si accontenta di stilemi già sfruttati). Cercate, se non l'avete già fatto, di non lasciarvi scappare questo disco, se avete cara questo genere musicale... anzi, la Musica, punto e basta.
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Alberto Nucci
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