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TESIS ARSIS |
Ilusões |
M&C Studio |
2002 |
BRA |
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Anderson Rodrigues costruisce praticamente tutto da solo questo interessante album composto da 5 brani di cui 4 oltre i 10 minuti. Nel disco il nostro Anderson utilizza solo chitarre e tastiere: limitante come in tutti i progetti del genere, ma senz'altro non penalizzato dall'eccessivo utilizzo di batterie elettroniche o sequencer vari. Il risultato è un Prog d'atmosfera, rilassato ma non immobile, una new age progressiva che solo a tratti innalza la ritmica verso soluzioni più tipicamente rock. Siamo vicini, quanto a sonorità, a "Tubular bells", ai tedeschi Nektar o addirittura ai Pendragon (a livello strumentale). L'album è molto lungo e, come detto, anche le singole tracce hanno le dimensioni delle suite; ciò potrebbe comportare una certa stanchezza, a lungo andare, nell'ascolto. Fortunatamente, a dispetto della relativa semplicità della proposta, le musiche sono abbastanza variegate e ci si può abbandonare tranquillamente alle sue melliflue sonorità senza traccia di stanchezza. Analizzando brevemente i singoli brani, scopriamo che la title-track è nata durante una visita in una regione di laghi a nord di Rio ed è caratterizzata dala trasposizione in musica di questi paesaggi; "Cemiterio dos vivos" esprime la vita difficile nelle grandi città ed è caratterizzata da tastiere pesanti e in qualche modo angoscianti; "Global" ha un'introduzione rock per poi tornare su sonorità più rilassate; "Num tempo sò" è invece ispirata alla tragedia dell'11 settembre; la conclusiva "Hale Bopp" (19 minuti), ispirata allo spazio siderale (il titolo è il nome di una cometa) sembra sintetizzare la musica di tutto il disco, con passaggi furiosi di rock e plananti passaggi di tastiere o chitarra. I 65 minuti sono così trascorsi, quasi senza che ce ne accorgessimo; l'album ci ha lasciato con un buon sapore in bocca e non siamo rimasti per nulla delusi; non è poco.
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Alberto Nucci
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