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TIME MACHINE |
Project: time scanning (EP) |
Limited Records |
1993 |
ITA |
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Mini CD (23 min.) d'esordio per questo trio milanese che si inserisce nel filone del Prog metal, sulle orme dei MOON OF STEEL (da cui peraltro proviene il cantante) o dei più famosi QUEENSRYCHE. Occorre però dire che, rispetto ai gruppi succitati, quello in oggetto preferisce orientare la propria musica verso atmosfere più canoniche per il Prog romantico, pur conservando ritmiche piuttosto sostenute. Il risultato, certo non disprezzabile, è un po' confusionario; basti pensare che il pezzo intitolato "753 AC, Ab urbe condita", della durata di sei minuti e mezzo, è diviso in sei movimenti (o sottotitoli), ed il successivo "Holy man" (durata 3'22") in tre. Questo susseguirsi di temi della durata media di un minuto è sintomo di una buona ricchezza di idee, ma anche di una certa difficoltà nel saperle mettere a frutto, nonostante i musicisti non siano proprio dei pivelli. A parte queste considerazioni, possiamo senz'altro affermare che il risultato finale merita ogni attenzione da parte degli amanti di questo genere e che in ogni caso vanno non è da sminuire un lavoro ben fatto pur in assenza di grandi mezzi; quest'ultimo fatto, forse, ha proprio spinto il gruppo a proporre così tante idee sapendo di avere a disposizione il poco tempo concesso loro dal budget. Un lavoro che, per ritornare all'inizio dell'articolo, non è molto dissimile da certe atmosfere tipiche degli ASGARD, a cominciare dalla musica per finire con gli argomenti trattati nelle liriche (senza accenni mitologici, però).
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Alberto Nucci
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