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TINYFISH Tinyfish Lazygun Records 2006 UK

Questo gruppo, di recente formazione, è composto quattro musicisti della zona sud Londra (uno dei quali è il cantante, chitarrista e batterista Simon Godfrey, fratello di Jem dei Frost*) che hanno deciso di dedicarsi al Progressive Rock… ma, per loro precisa scelta, senza ricorrere alle tastiere, al posto delle quali troviamo ben due guitar synth e dei samples. Musica sperimentale quindi? Nulla può essere più lontano dalla verità: il nostro quartetto londinese non solo si accontenta di rivivere vicende musicali già ampiamente consumate ma lo fa in maniera per nulla brillante e personale. Il gruppo dichiara che si vuole ispirare, senza per questo imitarli, ai grandi, menzionando esplicitamente King Crimson, Marillion, Rush… ma anche Tom Waits fra le loro influenze. Infatti non troviamo una pedissequa imitazione dei modelli, bisogna dirlo, ma neanche sono evidenti grosse somiglianze con i gruppi appena citati, ad eccezione forse dei Marillion della "fase di mezzo". Cosa aspettarsi quindi da questo album d'esordio? Un prog melodico dai suoni affilati, dalle linee melodiche scorrevoli e semplici, dai tratti abbastanza essenziali. Non si può negare una certa piacevolezza in queste canzoni e una certa eleganza ma in generale i suoni sembrano mancare di potenza e le canzoni sono poco incisive. In mezzo a un lotto di tracce di media-breve durata saltano subito all'occhio i dodici minuti di "All Hands Lost", allora la tentazione è di correre ad ascoltarla per scoprire se ne esce fuori qualcosa di più stuzzicante: i primi tre minuti ci riservano una cocente delusione, dal momento che ci troviamo ad ascoltare una di quelle ballad dai suoni soffusi che sembra uno di quei lenti che si ballavano guancia a guancia nelle festicciole del liceo. Qualcosa inizia a muoversi con l'ingresso dell'assolo di chitarra e a questo punto i nostri pesciolini iniziano a irrobustire i suoni. E bisogna dire che qui il pezzo riesce decisamente a decollare verso qualcosa che potrebbe quasi avvicinarsi al repertorio degli IQ, anche se si tratta di un fuoco di paglia e ben presto si torna verso atmosfere soft. Insomma, nel bene e nel male la vocazione della band è quella di creare musica melodica dalle atmosfere sfumate ma soprattutto di facile fruizione. Presa coscienza di questo fatto, non possiamo pretendere che da un albero di cachi escano fuori dei lamponi, quindi, se vi accontentate dei cachi, la polpa di questo frutto è abbastanza dolce anche se un ulteriore grado di maturazione non guasterebbe di certo… Se volete lamponi, il mercato è grande: cambiate fruttivendolo!

 

Jessica Attene

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