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TRETTIOÅRIGA KRIGET I början och slutet Mellotronen 2007 SVE

Grandissimi! Semplicemente grandissimi! Ritornati da pochi anni alla ribalta, i Trettioåriga Kriget, nome storico del progressive made in Sweden, realizzano un altro disco impressionante. Una carriera già avvincente si arricchisce, così, di un nuovo tassello importante, rappresentato da questo cd, “I början och slutet”, che mostra l’affiatato sestetto in grande spolvero. La Mellotronen realizza di nuovo un digipack elegante, in cui sono contenuti il dischetto ed il libretto di accompagnamento, nel quale troviamo anche la traduzione in inglese dei testi. In poco meno di un’ora di musica si susseguono composizioni lodevoli, costruite ed eseguite alla grande e senza cali qualitativi. Partiamo con l’ascolto e ci ritroviamo subito di fronte ad un pezzo da novanta: l’incipit “I krigets tid I” non poteva essere inizio migliore, con tutte quelle caratteristiche che rendono unico il gruppo. Chitarre taglienti, una certa robustezza generale, ma anche una raffinatezza esecutiva derivante dal talento e dall’esperienza dei musicisti. E poi… ah, quel mellotron! Una goduria! Dopo quest’inizio strumentale si entra nel vivo, con quattro tracce idealmente unite sotto il nome di “Benke-sviten”. Entra in scena un cantato caldo (in madrelingua), si fanno largo intrecci elettro-acustici assolutamente notevoli, si denotano melodie affascinanti e di alta scuola, ci sono crescendo sonori magnifici. E ancora quegli squarci di mellotron in sottofondo ad impreziosire il tutto… La migliore tradizione del prog svedese è sempre al centro della musica della band e se “Lovesång” mostra tanta malinconia unita a qualche tentazione di modernità e di post-rock, la serie di tre brani che prende la denominazione di “Resenären” fa tornare una certa vivacità, con un rock vibrante, scorrevole, con la chitarra di Christian Åkerberg un po’ à la Hendrix, un po’ à la Gilmour e con aperture semiacustiche a stemperare la tensione. Le ultime tre composizioni continuano su questo stile, che riporta ai fasti degli anni ’70, tra riff hard-rock, accenni di folk, vena elegiaca e con la consueta ottima cura per i timbri e le dinamiche. Le evoluzioni sonore di “Ryttaren” (che nel finale sfocia addirittura in un sottofondo in cui, tra rumori vari si sentono le note di “’o sole mio”), l’eleganza della title-track e la contaminazione di stili, con echi vagamente crimsoniani, di “I krigets tid II” sono lì a dimostrarlo. Da denotare, quindi, un’omogeneità lodevole e dei musicisti che sanno fare squadra, ma che pure mostrano il loro talento, con note di merito per il già citato Åkerberg e per il cantante Robert Zima, voce sempre calda, potente ed espressiva. La forte personalità dei Trettioåriga Kriget è continuamente in evidenza: anche in questa occasione è davvero difficile trovare pietre di paragone e dimostrano così la loro unicità ed il genio tipicamente nordico. Professionale, ispirato, suggestivo; il gruppo si ripresenta in grande spolvero e ci regala un disco incantevole, nuova, splendida, testimonianza della sua seconda giovinezza.

 

Peppe di Spirito

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