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TACHYON BELIEVERS Waldorv city autoprod. 2008 USA

Redivivo dopo un certo periodo di silenzio, Lewis Gill è tornato ad ad infestare le nostri tranquille notti con il suo nuovo progetto Tachyon Believers, in compagnia di Peter Newton, compagno di scorribande sin dalla fine degli anni ottanta. Avevamo già conosciuto Lewis Gill con i Vivahead, un delirante progetto formato con Neil Packer e dedicato all'avantgarde elettronica più cheap ed artigianale possibile: fra i diversi cd (auto)prodotti dai Vivahead si riusciva ad avvertire qua e là un certo talentaccio per la creazione di atmosfere pregne di tensione e suspense sinfonica, anche se spesso il tutto veniva penalizzato da un approccio a dir poco prolisso alla musica, tanto da far sembrare spesso interminabili i vari brani. Chiusa l'esperienza Vivahead, per Gill nulla sembra essere cambiato visto che con i suoi nuovi Tachyon Believers la ricetta sembra essere pressoché identica, specialmente dal punto di vista della produzione, quantomai casalinga. Dunque, a parte il nome nulla è cambiato. Eppure, anche nel pretenzioso e sconnesso marasma di “Waldorv City” Lewis Gill riesce a tirare fuori qualche interessante numero musicale... sarà per certe atmosfere singolarmente psicotiche e “dadaiste”, oppure per il mood elettronico, gelido e sinistro, con cui vengono evocati degradati panorami “fantascentifici” ed urbani di opprimente ed asettica efficacia, l'ascolto di questo cd rappresenta un'esperienza assai singolare, un incubo non così orribile come può sembrare ai primi ascolti... Certo, l'idea che un musicista possa pretendere di riprodurre certe idee di Steve Reich nella più assoluta povertà di mezzi lascia un tantino interdetti, specialmente se le pretese minimaliste in questione vengono filtrate da un approccio musicale sicuramente coraggioso ma anche sciaguratamente inconsapevole dei propri limiti, tecnici e compositivi. Insomma, rispetto ai Vivahead la musica non è praticamente cambiata di una virgola, quindi “Waldorv City” potrebbe solleticare adeguatamente le pazze voglie (più o meno masochistiche) dei cultori dell'underground più estremo...

 

Giovanni Carta

Collegamenti ad altre recensioni

VIVAHEAD Lavatory studies 2002 
VIVAHEAD Cosmic dunce 2003 

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