Fra i brani migliori del recente progetto Colossus dedicato al Purgatorio c’era senza dubbio quello dei Tabula Smaragdina, band formata da alcuni membri dei comunque sempre attivi Yesterdays.
Se è vero che un solo pezzo può lasciare intendere le potenzialità di un gruppo, è con un album completo che si può giudicare l’ispirazione in modo più pertinente.
Dopo qualche tempo dedicato ad una intensa attività live oppure passato all’occuparsi dei numerosi progetti paralleli (“Yesterdays” ma anche “You and I”), Akos Bogati-Bakor coadiuvato da Daniel Krivanik alle tastiere e da Laszlo Zsigo alla batteria, decide finalmente di dare lustro alla nuova band con questo album d’esordio. Un album raffinato, ricco di momenti di alta intensità anche per la capacità di alternare abilmente episodi acustici a quelli elettrici anche all’interno del medesimo brano.
In “This side Words”, ad esempio, (preferiamo utilizzare i titoli in inglese piuttosto che quelli nell’ostico ungherese), rielaborano, semplificano, ma non banalizzano lo Yes-sound migliore; altrove (“Sundown”) esplorano territori più intimisti grazie alla bella voce di Karola Antal ed alla chitarra acustica (e poco altro); in altre (“The Passenger” oppure “Light of Dreams”) la mente corre ai Mostly Autumn. O, ancora, un classico new-prog infarcisce “You could be”.
Summa di queste esperienze, la title track, “Beyond Worlds”, che coniuga armonie solari, sound diretto e notevole padronanza strumentale. Un buon esordio,dunque, dai toni delicati ma non mielosi, soffuso e da gustare ed apprezzare a piccole dosi per non perderne le numerose sfumature. Forse, volendo cercare un lieve difetto, avremmo “sfruttato” maggiormente le indubbie qualità canore della Antal , coinvolta, invece, in modo limitato. Ma son dettagli. Va bene anche così.