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TEMPEST Turn of the wheel Magna Carta 1996 USA

Molte formazioni musicali del passato e dei nostri giorni si sono ispirate ai Genesis per dar vita alla propria musica, alcune anche piuttosto pesantemente, e allora si parla comunemente di cloni. Un numero inferiore ha avuto invece come riferimento altri gruppi progressivi storici, come Yes, Gentle Giant, Pink Floyd e via via gli altri. Come emuli dei Jethro Tull abbiamo in pratica avuto solo i tedeschi Robespierre e, più recentemente, i britannici Red Jasper, adesso si aggiungono questi americani che, al primo ascolto, possono impressionare per la fedeltà della riproposta di tematiche tulliane, a partire dalla voce di Lief Sorbye. Personalmente cercherei di andare però in contro-tendenza rispetto a quanti definiscono i TEMPEST semplicemente dei cloni di Anderson e soci: è vero che il loro rock folk ha chiare similitudini con quanto i Jethro hanno già fatto, specialmente in album come "Songs from the wood", ma secondo me ciò è il frutto casuale (anche se non troppo... tutto sommato) di una concezione musicale similare. Dovendo infatti cercare una vera similitudine con un altro gruppo, farei proprio il nome dei Red Jasper, ovvero i fautori di un rustie rock infarcito di flauti, violini e mandolini, ma inserito in una tematica rock chiaramente sinfonico-progressive. Si può quindi ascoltare quest'album, che, per inciso, è ottimamente prodotto e suonato, senza le remore talvolta causate dalla sindrome della copia carbone. Non si tratta evidentemente di una novità assoluta, né di qualcosa che possa fare del chiasso, ma le 10 canzoni qui presenti sono perfettamente godibili e adatte anche a chi apprezza gruppi come i Modena City Ramblers.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

TEMPEST The gravel walk 1997 
TEMPEST The double cross 2006 

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