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THREE MONKS |
Neogothic progressive toccatas |
Drycastle Records |
2010 (Black Widow 2011) |
ITA |
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In questo periodo storico per il rock progressive, così pieno di contaminazioni sonore e fantomatici nuovi corsi musicali, difficilmente capita di trovarsi di fronte un gruppo nuovo con riferimenti così ben definiti. Siamo, infatti, di fronte al classico trio alla ELP: tastiere, basso e batteria, dove troviamo al posto di hammond, minimoog e aggeggi vari, un imponente organo a canne che prende inevitabilmente il centro della scena. Appena messo il cd nel lettore, comunque, il primo nome al quale ho pensato è stato Par Lindh e non Keith Emerson, proprio perché certi passaggi musicali e determinate soluzioni sonore, ricordano neanche così lontanamente il fortunato “Gothic Impression” del tastierista svedese. Questi suoni da colonna sonora di film horror anni 70, nascono in pieno territorio casentino visto che i protagonisti di questo lavoro (e la casa discografica che ricordiamo anche per il lavori di Marco Lo Muscio) sono di Arezzo. Il protagonista indiscusso è il maestro Paolo Lazzeri (qui in arte “Julius”) all’organo accompagnato dalla sezione ritmica composta da Maurizio Bozzi al basso (“Bozorius”) e da due batteristi (Roberto “Placidus” Bichi e Claudio “Ursinius” Cuseri) che si alternano sulle sette tracce di questo lavoro. Anche se i nomi d’arte dei protagonisti farebbero più pensare ad un gruppo influenzato da Venom e Darkthrone, ci troviamo in pieno territorio progressive. Questo disco totalmente strumentale (ed è forse l’unico limite che si può trovare, visto che alla fine il tutto risulta un po' stucchevole) possiamo definirlo un concept dedicato all’organo e al mondo che lo circonda. La prima suite “Progressive Magdeburg” è dedicata, infatti, all’organo Reubke della cattedrale tedesca distrutto dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale. La “toccata neogotica #1” è dedicata all’organo della cattedrale di Merseburg dove furono suonate le prime composizioni di Liszt. C’è anche lo spazio per una composizione per pedaliera (“Neogothic pedal solo”) e per un omaggio a Gorge Jann costruttore dell’organo della basilica della città bavarese di Waldsassen. Molto particolare “Deep red-profondo gotico” che, partendo dal famosissimo tema del film “Profondo rosso” fatto dai Goblin, diventa una composizione con luce propria grazie soprattutto alla bravura di Paolo Lazzeri. Forse con la suite iniziale è il brano più riuscito di questo progetto. Conclude questo lavoro la “toccata neogotica #7” dedicato all’organo dell’abbazia di S. Florian famoso per essere stato suonato da Anton Bruckner che volle essere sepolto proprio sotto questo strumento. Bisogna essere onesti… ascoltato tutto di un fiato, questo lavoro francamente stanca ma preso a piccole dosi è innegabile apprezzarne le qualità che indubbiamente ci sono. Facendo un paragone con i lavori di Par Lindh, in questo “Neogothic progressive toccata” manca forse una voce solista che “spezzi” le composizioni, dandogli così quel risalto che meriterebbero. Risalto che purtroppo non si riesce ad ottenere, visto che i brani senza forti elementi di stacco l’uno dall’altro tendono a soffocarsi a vicenda. Questione di lana caprina forse, tuttavia si tratta di quelle sfumature che a volte rovinano un quadro bel riuscito. Le idee di base ci sono, le indubbie qualità tecniche di chi ci suona anche, vedremo se nel futuro questo progetto riuscirà ad essere più convincente di quello che già è.
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Antonio Piacentini
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