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TUGS |
Europa minor |
BTF |
2013 |
ITA |
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Questo è un disco che doveva uscire più di trenta anni fa, è infatti a questo periodo che risale la nascita dei Tugs, gruppo proveniente dalla città di Livorno. Paradossalmente potremmo dire di trovarci davanti a una vera e propria reunion di un gruppo che, pur vivendo nell’underground della scena musicale toscana, in tutti questi anni non era riuscito a coronare il sogno di avere un lavoro discografico ufficiale. E, considerato che quando si parla di reunion, l’appassionato medio rock progressivo si eccita a prescindere, il successo sarà assicurato. Battuta a parte, questo esordio può veramente fare la gioia dei molti appassionati progressivi che hanno i loro punti di riferimento nella vecchia guardia del rock progressive. Come scritto nelle pagine del curatissimo booklet, “Europa Minor è una raccolta clandestina di vecchie opere letterarie, musicali, disegni, racconti, spartiti, bozzetti, disegni e immagini conservate da tempo da un improvvisato gruppo di artisti girovaghi.Centinaia di storie raccolte negli anni”. Ci troviamo, infatti, davanti ad una opera rock di dieci tracce che parte da un’idea europeistica incentrata sulla grandezza della letteratura,la musica, la cultura del nostro continente, oggi messa in ombra dal mero aspetto economico che domina e influenza il nostro modo di pensare e di vivere. Idea ambiziosa e resa musicalmente in maniera egregia che alla fine della fiera è l’aspetto più importante. Atmosfere vintage, teatrali, dove tutta la tradizione rock progressiva italiana (in primis Banco e PFM) non viene nascosta ma invece tributata (non scimmiottando più o meno bene i campioni del passato come succede purtroppo oggi in tutte le salse immaginabili) in maniera orgogliosa con ottime composizioni che sono frutto di anni e anni di lavoro. Brani come “Il re e il poeta”, ”Il pianto” “Nostra signora borghesia”, la bellissima “Canzone per un anno”, non inventano niente di nuovo nel panorama musicale progressivo italiano (vi sfido comunque a dirmi chi inventa qualcosa nel 2013 nel campo del rock sinfonico) ma, sia per arrangiamenti che per composizione, non sfigurano con le cose più belle che ci hanno regalato gli anni Settanta. E visto che le idee più belle sono sviluppate intorno al suono di un pianoforte il tutto assume un aria più intimistica anche quando le linee strumentali prendono lidi più elettrici. Ascoltando questo gruppo mi viene da pensare, non tanto per l’aspetto musicale quanto per l’anacronismo delle proposta, a quando mi sono realmente avvicinato attraverso il primo disco dei Nuova era e dei Quasar Lux Synphoniae a tutto il panorama progressivo anni '70. E’ vero, non erano i tempi di internet dove con un link puoi conoscere vita morte miracoli di qualsiasi formazione musicale degli ultimi cinquant’anni, ma perché non pensare ai Tugs come una porta attuale (anche se attuale in realtà non è) per un mondo sconfinato come può essere la musica anni settanta? Ogni tanto è bello vivere ai margini del mondo attuale soprattutto musicalmente e i Tugs ci vivono alla grande.
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Antonio Piacentini
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