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TRAUMHAUS |
Ausgeliefert |
Angular Records |
2001 (Progressive Promotion Records 2014) |
GER |
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A pochi mesi dalla pubblicazione del loro terzo album “Das Geheimnis” (2013), già recensito sulle pagine di Arlequins, la Progressive Promotion Records ripubblica i primi due album dei tedeschi Traumhaus. Il primo, di cui ci occupiamo ora, “Ausgeliefert”, è la riedizione rimixata e rimasterizzata dell'album d'esordio (allora semplicemente intitolato col nome della band) del 2001 con l'aggiunta di due bonus tracks. Queste ultime, originariamente previste per un EP, sono finite poi, in versioni totalmente diverse, nel secondo album del gruppo “Die andere seite” del 2008. Ma torniamo ad “Ausgeliefert”: l'intro scoppiettante di “Aufwärts” ci riporta alla memoria i Marillion di “Incommunicado” con melodie e ritmiche brillanti assolutamente piacevoli. Ed anche il bistrattato tedesco, lingua madre del gruppo, non infastidisce per nulla. Sono sempre favorevole ai gruppi che si esprimono nella propria lingua anche se il tedesco non è probabilmente il massimo in quanto a dolcezza. Non possiamo però, e a maggior ragione dopo un solo brano, liquidare l'album come il classico lavoro new-prog, magari un poco stereotipato, ricco di orpelli ma senza troppa personalità. E la suite, nonché title-track, “Ausgeliefert”, sembra proprio lì a dimostrarlo. Una lunga introduzione con tastiere e violino, poi il brano sale di intensità prima dell'ingresso della voce del leader Alexander Weyland (anche tastierista assieme a Frank Woidich). L'aspetto melodico è sempre preponderante, la chitarra talvolta sferzante, ma non mancano momenti più pacati e sospesi, nonché qualche apprezzabile retaggio vintage nel sound. Particolarmente riuscito l'intermezzo floydiano posto circa a metà del brano. Non sono del tutto assenti delle tentazioni heavy che peraltro non sfociano mai nel metal. Se “Aufwärt” era un bel biglietto da visita “radiofonico”, “Ausgeliefert” rappresenta l'aspetto più compiuto e maturo dell'album d'esordio. E ci mostra un gruppo ancora “in divenire” ed in costante crescita, nonché alla ricerca di una propria precisa identità. “Zu spät” è un brano più semplice ed immediato, con la chitarra elettrica di Bernhard Selbach che gode di notevole spazio, ma nel complesso il brano non lascia il segno, quasi un puro riempitivo. Il connubio heavy e sinfonico è ben rappresentato da “Peter und der Wolf” con un accentuato lavoro della sezione ritmica (Michael Dorniak, batteria e basso) e frequenti cambi di tempo. “Wandler” è un altro bell'esempio della duttilità artistica dei ragazzi tedeschi, con una parte strumentale da brividi nella seconda metà del brano e la ricerca di una sintesi tra “vecchio” e “nuovo” qui ben riuscita. New prog con qualche passaggio più duro sono i tratti che più distinguono “Das neue” che rimane comunque un poco acerba nel complesso. Di ottimo livello, per contro, “Navanita”. Un pizzico autoindulgente almeno a tratti, ma di grande impatto e che consente ai vari musicisti di fare sfoggio delle proprie capacità strumentali. Esagerando “Navanita” potrebbe essere un po' “La villa strangiato” dei Traumhaus... Qualche buono spunto è presente anche in “Am abgrund”: variopinte tastiere, una breve sezione “a cappella” e delle orecchiabili linee melodiche che non lasciano indifferenti. Eccoci ora alle due tracce bonus; “Die reise” (che rappresenta, ampiamente rivisitata, la parte strumentale di “Kein zurück”, presente poi sul secondo album) sembra concepita e suonata da un altro gruppo, tanto è differente dalle 8 composizioni presenti sul lavoro originale. Poco più di 8 minuti che flirtano col jazz-rock, non disdegnano risvolti nel campo dell'improvvisazione e della jam session e con un finale molto sinfonico. Insomma: un'altra band!! O meglio un gruppo che pare non adagiarsi, ma cercare anche altre direzioni. Nella fattispecie “Die reise”, per quanto ancora “grezza”, è un gran bel pezzo!! “Die andere seite Teil 1” (versione embrionale strumentale dell'omonima traccia che finirà anch'essa nel secondo album) ha delle sezioni molto più elaborate e raffinate rispetto alla media con molta sostanza e pochi orpelli superflui, ricordando a tratti qualcosa dei King Crimson del periodo Wetton. Un discreto lavoro questo “Ausgeliefert” se ci rifacessimo solo alle prime 8 tracce (quelle presenti in origine quindi), ma le due tracce bonus (per quanto magari solo abbozzate) aggiungono quel qualcosa che ne consigliano senz'altro l'acquisto senza troppi dubbi.
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Valentino Butti
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