|
TACITA INTESA |
Tacita intesa |
autoprod. |
2014 |
ITA |
|
Poco più di trentadue minuti per questa autoproduzione che segna l’esordio dei Tacita Intesa, band toscana attiva dal 2012 e formata da cinque elementi che rispondono ai nomi di Pasquale Balzano (impegnato alla batteria), Filippo Cologno (chitarra), Thomas Crocini (basso), Alessandro Granelli (voce e chitarra) e Daniele Stocchi (tastiere). In questo album alternano brani abbastanza brevi ed altri un po’ più ad ampio respiro, ma puntano sempre a costruire strutture inusuali e abbastanza articolate, ricche di intrecci strumentali a volte anche complessi e caratterizzate da un bel dinamismo ritmico. “Ciutikutown” apre il disco e mette in mostra subito pregi e difetti della proposta della band: il sound in generale sembra prendere la robustezza degli Uriah Heep, smussandone un po’ gli angoli con una cura a base di prog italiano anni ’70, ottenendo un bel feeling trascinante, ma appaiono un po’ deboli le parti cantate. Molto bello il tassello strumentale “Daigo”, dalla vena classicheggiante portata avanti da pianoforte e chitarra acustica. “Valzer della morte” è un brano che viaggia a tempo di valzer, capace di sprigionare grande energia con la sei corde elettrica, impegnata anche in uno splendido assolo vagamente hackettiano. “Portmanteau”, “Terzo rigo quarta parola” e “Periodo refrattario” mostrano l’anima più aggressiva del gruppo, tra riff incandescenti, buoni impasti strumentali e qualche strizzatina d’occhio a Biglietto per l’Inferno, Rovescio della Medaglia e Premiata Forneria Marconi. Molto suggestiva “Corona”, che inizialmente sembra fare il verso alla pinkfloydiana “Breathe” e che poi si sviluppa in un crescendo travolgente che va a concludersi con un finale à la Deep Purple. Sanguigni come i classici dell’hard rock e mediterranei come la PFM, i Tacita Intesa firmano un debutto molto interessante e che fa intravedere ottime potenzialità.
|
Peppe Di Spirito
Collegamenti
ad altre recensioni |
|