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TASIS |
Busqueda de lo remediable |
autoprod./Viajero Inmovil |
2015 |
ARG |
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Questa interessante autoproduzione, che segna l’esordio del gruppo argentino denominato Tasis, ci offre una piacevole immersione di un’oretta tra sonorità strettamente legate al prog che spaziano dal jazz-rock al pop romantico, con una forte iniezione di ritmi e atmosfere sudamericane. Il gruppo ha iniziato la propria attività nel 2013 e si presenta con un quintetto senza tastiere, ma con due chitarristi, Patxi Asdrubat Linares e Tobias Botaya (impegnato anche alla voce), la violinista Lilén Gallo e la sezione ritmica formata da Maximiliano Navarro al basso e da Christian Perigio alla batteria. Solo in due brani interviene l’ospite Manuel Benamo al piano elettrico e ai sintetizzatori. Capaci di creare valide composizioni sia con minutaggi contenuti tra i quattro e i cinque minuti, sia di allargare le idee in soluzioni ad ampissimo respiro, i Tasis danno l’impressione di avere un approccio alla musica frutto di passione, studio e voglia di riprendere gli insegnamenti non solo del passato del rock argentino (Spinetta e i suoi progetti spesso e volentieri non sembrano così lontani stilisticamente), ma anche pronti ad allargare gli orizzonti facendo avvicinare tango e jazz. Ascoltate i quasi sette minuti interamente strumentali di “Licas”, nei quali vengono avvicinati i mondi sonori di Piazzolla, Zappa e Ponty e capirete cosa sono in grado di fare questi musicisti. Ma il disco offre tantissimi spunti degni di nota, a partire già dal mix di jazz-rock, blues e melodia latina per l’apertura affidata a “Para cambiar más de un final”, con passaggi strumentali davvero notevoli nella seconda parte, quando vien fuori prepotentemente un violino agile con un assolo che lascia il segno. “Jaque” e “Sorata” sono due buoni brani all’insegna della delicatezza, che può ricordare la PFM più melodica; anche gli oltre nove minuti di “Swing parcial” seguono questa direzione, ma a partire dalla metà di questa traccia la chitarra elettrica dà il via ad un prolungato volo strumentale, condito poi da intrecci e duetti con violino e basso e dando spazio ad un drums solo nella parte finale. Le due composizioni che chiudono il cd “Labirinto” e “Tasis”, rispettivamente nove e quasi diciotto minuti, vista anche l’ampia durata, diventano vetrina per l’abilità dei musicisti, i quali, ancora tra prog e jazz-rock (ma anche con qualche trovata crimsoniana qua e là) , mostrano le loro qualità raccogliendo l’eredità dei connazionali Sui Generis, Lito Vitale, Bubu, Pescado Rabioso e mostrando ulteriori trovate che sembrano denotare l’influenza della nostra PFM o dei maestri della Mahavishnu Orchestra. Ancora buone nuove, quindi, dall’Argentina, terra da sempre piena di validissimi esponenti in ambito prog, che anche in anni recenti ha saputo sfornare talenti (Nexus, Uqbar, Under Linden, La Finca de Laurento, Las Orejas y la Lengua, Factor Burzaco, giusto per citarne qualcuno), ai quali si affiancano ora con una certa prepotenza anche i Tasis.
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Peppe Di Spirito
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