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TAMARISK Frozen in time autoprod. 2012 UK

Nel 1981 i Chemical Alice, discreto gruppo di new Prog con qualche sonorità psichedeliche, pubblicano il loro unico lavoro, il mini LP “Curiouser and Curiouser”. Di lì a poco il tastierista Mark Kelly si unirà ai Marillion e il suo posto viene preso da Steve Leigh. La band va avanti ancora per poco e poi si scioglie; Il cantante Andy Grant, assieme a Steve Leigh, forma i Tamarisk, i quali, dopo i consueti cambi di formazione, lasceranno di sé solo due demo-tapes, usciti rispettivamente nel novembre 1982 (“Tamarisk”, noto anche come “The Ascension Tape”) e nel luglio 1983 (“Lost Properties”), prima di mutare il nome in Corrupted By Toys (Nick May entrerà a far parte del gruppo, in questo periodo) per sciogliersi a loro volta nel 1985. Steve Leigh, dopo qualche tempo, si unirà ai Quasar per poi formare i Landmarq nel 1992.
Ricordo che al tempo, interrogato sulla possibilità di una ristampa dei due demos dei Tamarisk, Leigh oppose un deciso rifiuto e questa musica rimase nell’ambito della mitologia della NWOBPR, la rinascita new Prog inglese dei primi anni ’80 che, a fronte di molti nomi rimasti nella storia del Prog, ha lasciato indietro molte entità musicali con all’attivo solo cassettine artigianali… o neanche quelle, talvolta, e i cui nomi sono stati dimenticati da (quasi) tutti. Evidentemente, col passare del tempo, Steve si dev’essere ricreduto sulla questione, visto il CD che andiamo ad esaminare qui, disponibile solo attraverso il sito internet della band. “Frozen in Time” contiene né più e né meno che i due demo-tapes summenzionati, per un totale di 7 canzoni, ripulite e rimasterizzate, con l’unico vezzo di aver invertito l’ordine dei nastri; i 4 brani di “Lost Properties” quindi sono presentate in apertura, seguite dalle 3 canzoni del primo demo.
Il CD si apre dunque con “An Alien Heat”, brano che, come gli altri tre di questo demo, mostra un new Prog molto influenzato dalla new wave, ritmiche sostenute e frenetiche e un cantato urlato e declamatorio. La successiva “MOJO” presenta delle tastiere tipiche del new Prog dell’epoca, coi soliti cori sintetici, ad opera del Mellotron M400, che gli amanti di IQ e Pallas conoscono bene; d’altra parte occorre calare questa musica nel periodo in cui è stata concepita e suonata… la strumentazione e le atmosfere erano quelle (e ci includo anche i suoni della chitarra), piacciano o no, e se oggi tutto ciò appare tremendamente datato (e, se si vuole, anche buffo… o irritante per qualcuno) occorre calarsi nell’epoca. Dopo “Royal Flush”, il brano più breve di tuto il lotto (poco più di 4 minuti), chiude la prima parte del CD “No Room at the Top”, un brano un attimo più elaborato e più avvicinabile ai primi Marillion.
Le tre canzoni del primo demo-tape appaiono sicuramente più artigianali, senza Mellotron, tutte e tre intorno ai 7 minuti e dalle caratteristiche più tipiche new Prog; meno personali, magari, ma con parti strumentali più lunghe ed elaborate e un cantato più morbido. Non vuol dire questo che siano migliori di quanto prodotto successivamente (anzi…!), ma personalmente trovo un po’ disturbante il cantato dei primi brani e certamente questi brani possono avere attrattive maggiori per qualcuno. In questo terzetto mi sento di indicare la conclusiva “Breaking the Chains” come la migliore, pur non spiccando particolarmente sulle altre.
Parliamoci chiaro: se non siete dei nostalgici della musica, dei suoni, del pionierismo di questo periodo storico del Prog, potete e dovete senza dubbio tenervi alla larga da questo CD. Se invece in voi si cela un archeologo musicale, se siete sempre stati nostalgici dei primi vagiti di Marillion, IQ, Pendragon e compagnia, se siete semplicemente curiosi su cosa c’era nel sottobosco della fiorente scena Prog d’inizio anni ’80, il CD, confezionato in un grazioso e leggero digipack, è certamente un’occasione da non perdere.



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Alberto Nucci

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