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Già da tempo la memoria storica dei Twelfth Night viene tenuta viva da Brian Devoil, batterista del gruppo, che nel corso del tempo ha curato le varie ristampe (con dovizia di materiale aggiuntivo) degli album del gruppo, così come reso disponibili numerose registrazioni dal vivo risalenti ai primi anni del gruppo. Quello in esame ci offre una bella fotografia del periodo d’oro, quello in cui i Twelfth Night avevano il vento in poppa e suonavano spesso e volentieri al Marquee, sempre col tutto esaurito. Geoff Mann aveva saldamente in mano il microfono e Rick Battersby era rientrato dopo il suo breve periodo d’assenza (l’album “Fact and Fiction” venne registrato senza un tastierista di ruolo, ricordiamo). Questo doppio CD ci mostra un gruppo in piena forma, quindi, che regge splendidamente il palco, con un istrionico cantante che dialoga ed entusiasma il pubblico. E’ il loro momento migliore e si stavano avviando ad essere una band di riferimento; il loro suono era al passo coi tempi, con brani trascinanti e carichi di sonorità new wave, ma sempre superbamente Progressive. In questa raccolta il primo CD e metà del secondo è occupato dall’esibizione al Marquee del 16 luglio 1983, un concerto che, come detto, vede i Twelfth Night in una forma sfavillante, anche se purtroppo l’audio non è certo ottimale. E’ ovvio che queste release sono riservate unicamente ai cultori dei Twelfth Night, a chi cioè non ha bisogno di conoscere il gruppo attraverso queste registrazioni; la qualità sonora è quindi secondaria (anche se penalizzante) alla qualità musicale ed al feeling che scaturisce da questi solchi. Dopo il (relativamente parlando, ovviamente) successo di “Fact and Fiction”, altri nuovi brani erano in preparazione: in questi CD vengono presentati l’incredibile “We Are Sane”, “Deep in the Heartland”, la splendida “Aspidentropy” (una riuscitissima fusione di due brani più vecchi, “Keep the Aspidistra Flying”, che avevamo trovato per la prima volta cantata da Electra McLeod, effimera vocalist di un paio d’anni prima, e lo strumentale “Entropy”, che ritroveremo poi, nuovamente isolato, all’interno di “Art & Illusion” col nuovo titolo di “C.R.A.B.”) ma soprattutto la magnificente “The Collector”, 20 minuti di pura teatralità alla Twelfth Night. Oltre a questi possiamo ascoltare tra l’altro anche l’ormai classica “Sequences”, la sempre toccante “Love Song”, qui legata in via eccezionale allo strumentale “The Poet Sniffs a Flower”, e “Art & Illusion”, che apparirà poi nel mini album omonimo, cantata da Andy Sears. Malauguratamente un altro problema inerente la registrazione fa sì che proprio “The Collector” sia stata tagliata nei suoi minuti finali. E’ per questo quindi che la seconda parte del secondo CD includa una parte di un concerto tenuto a Gwent proprio la settimana successiva, con la presentazione, e la riproposizione stavolta integrale, dell’elefantiaca composizione. Purtroppo c’è da dire che, se la qualità sonora è peraltro leggermente superiore, la prestazione del gruppo è decisamente meno interessante. Forse mancava l’atmosfera del Marquee o non lo so, fatto sta che i musicisti e Mann stesso appaiano quasi svogliati e stanchi e la teatralità delle liriche sia un po’ fiacca. Nonostante i limiti che mi sono sentito di dover evidenziare, ribadisco comunque che questa release, assieme a tutte le altre che potrete ordinare dal sito ufficiale dei Twelfth Night, sia decisamente consigliabile per gli appassionati della band di Reading.
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