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TORF / SIXPACKGODS / THY GRAVE |
Addictive blues |
No Name / Addicted Label |
2014 |
UKR/FIN/RUS |
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Le stranezze dalla Russia e dintorni passano anche per gli split cd, in questo caso una tripletta di gruppi che fanno del primitivismo la propria bandiera, anche se in ambiti abbastanza diversi... A noi principalmente dovrebbero interessare i Torf, con i loro primi quattro brani ad aprire le danze: classico trio chitarra/basso/batteria proveniente da Leopoli (Lviv), grande città storica dell'estremo occidente ucraino, dediti ad uno sballato stoner psych rock dai contorni piuttosto spaziali, suonato con il minimo indispensabile, senza andare troppo per il sottile nelle finezze strumentali anche a causa di un approccio che al doom/stoner si affianca un atteggiamento vagamente hardcore e decisamente grezzo; il risultato lisergico è comunque abbastanza soddisfacente, con sonorità visionarie liquide e fuzzate in maniera talvolta esasperate ma efficaci. Ancora tutto molto acerbo ma le idee sembrano mirare nella giusta direzione. I successivi e spiritosi Sixpackgods sono nati come un'appendice dei più cupi Loinen, gruppo finlandese il cui ultimo disco è uscito nel 2014 in edizione limitata per la Svart Records, non a caso in questo cd sembrano quelli più inclini ad una forma rock più canonica, senza troppi viaggi mentali, con due pezzi a dir poco minimali e con un'ulteriore sensibilità hardcore, quasi sembrano fare il verso ai Black Flag più lenti e vicini ai Black Sabbath, con vocalizzi devastati ed una chitarra che tende comunque a formulare fasi soliste fumose da stoner rock in fase terminale. Tutto abbastanza stravagante, sensazioni accentuate anche dalla quasi (?) totale amatorialità d'esecuzione; manco a dirlo, anche qui l'atmosfera è comunque pregna di umori a dir poco “stupefacenti”. Questo split a trio si chiude con i russi “Thy Grave”, impegnati a proporci un doom/sludge death metal dalle tinte opprimenti e catacombali, sulla scia (appunto) dei Loinen, poco o niente incline alla psichedelia ma con qualche venatura gotica sparsa nei loro due brani. Peculiarità dei Thy Grave, oltre ad essere gli unici ad avere dato alle stampe un cd “Anhedonia”, nel 2013 sempre sotto No Name, di fatto non includono chitarre elettriche ma solo basso ultradistorto e pesante, molto pesante; il genere dei Thy Grave è quello che è, a prescindere dalla loro qualità musicale, la loro direzione ci interessa relativamente, anche perché non presentano deviazioni particolarmente significative nel loro stile. Nulla di trascendentale od innovativo, in sostanza, “Addictive Blues” è comunque un ascolto simpatico e strampalato, forse anche qualcosa di più, per i seguaci dell'acido intriso di heavy, con tanto (troppo?) metal...
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Giovanni Carta
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