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TIME HAVEN CLUB |
Gathered a dusk |
M.P. & Records |
2021 |
ITA |
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C'era una volta! C'era una volta una rivista (Metal Shock) che ci permetteva ogni 2 numeri di seguire il progressive rock, anzi (!) il new prog!!! Per la prima volta avevamo la possibilità, in Italia, di vedere foto di IQ, Pendragon oppure ARK a colori!!! La fanzine Paperlate purtroppo non poteva permetterselo. In quegli anni, 86/90, era veramente difficile seguire il prog rock! Ma torniamo a Metal Shock: spesso in copertina finivano band hard rock o glam rock; Cinderella, Poison, Def Leppard, Whitesnake o Scorpions… Ma che ci azzecca Metal Shock con questa band italica??? Ebbene, il sound prog “pomposo” di questo sestetto catanese (ad onor del vero anche la foto sul retro copertina) mi riporta proprio al sound di Whitesnake o (soprattutto) Metallica, magari miscelato ai moderni ed ormai disciolti Sound of Contact ma anche ai nostrani Mangala Vallis degli esordi. Suono sempre muscolare, “virile” ma mai metal oriented; i brani hanno tutti questa atmosfera da macho, con la voce (ottima english exhibition di Enzo Somma) un po' filtrata e quasi fuori campo; talvolta il rapporto tra voce, accompagnamento e soli di slow guitar (il rotheryano Salvo Savatteri) mi fanno pensare ai migliori Sylvan. L'ascolto scorre via fresco come una notte d'estate nel bosco: umidiccia, fresca e piena di mistero. Si parte con “Black Dot” dove la voce maschia tenuta quasi in secondo piano ben si adagia sul rock Marillioniano dell'ultimo Fish: ritmi vivaci, riff di chitarra e tastiere pompose… sembra “Incommunicado” in versione Metallica! “Dance of Krampus” è più ariosa, lascia più spazio alle sezioni strumentali ed allo stesso tempo è più riflessiva; oserei dire quasi epica: forti i riferimenti al prog duro di matrice vichinga. Ci vedrei bene un video girato su prati verdi, boschi, cielo grigio; capelli biondi e barbe lunghe… “Despite all this Darkness” con i suoi 12'04” è il brano più lungo del lotto. Il sound ancora una volta ha un'atmosfera nordica (principalmente dovuta alla voce di Enzo Somma ed al basso pulsante di Marcello Romeo) dove però è fortissima l'influenza di Gilmour e Rothery nel guitar touch di Salvo Savetteri. Con “Untold Memories” arriviamo a metà del guado; un brano “diverso”, quasi strumentale e musicalmente più impegnato. Invece “Almost me”, grazie alle parti vocali quasi narrate, un bel assolo di chitarra ed un finale pianistico, sembra trascinarci all'interno del Lato B di “Misplaced Childhood”, pluripremiato album di Marillioniana memoria. Chiude la lunga “Gathered at Dusk” (11:16), il brano più duro (non più degli Asgard di “Violence”) dove Somma lascia il microfono da lead vocalist a Chiara Monaco. Un acquisto consigliato a coloro che amano il lato più rokkettaro ed orecchiabile del prog; un album da ascoltare la sera, d'estate con volume “a palla” sorseggiando una iced beer!
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Marco Pierobon
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