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TAVAT Tavat Svart Records 2022 FIN

I Tavat rappresentano la nuova avventura musicale del tastierista e chitarrista Juhani Laine, ex membro dei Sammal, gruppo recentemente giunto alla sua terza prova in studio col gravoso onere di rimettersi in sesto dopo l’abbandono di un elemento fondamentale per il suo sound. Proprio il cantante Jan-Erik Kiviniemi dei Sammal interviene a dare il suo contributo a questo progetto che vede come ulteriore partecipante il batterista Taneli Manninen. Troviamo poi diversi ospiti ad arricchire quest’opera che rappresenta per Juhani Laine l’occasione per tornare a suonare con rinnovata energia dopo un periodo difficile segnato dalla morte del vecchio padre affetto da demenza, artefice peraltro del colorato disegno riportato in copertina. Apprezziamo quindi il contributo, in alcune di queste 10 composizioni non lunghissime, di Severi Pyysalo al vibrafono, di Hannu Vainionpää, Emilia Roos, e Maiju Oikarinen alla voce e di Matias Ryki-Kilpiö al trombone.
Rispetto al gruppo di origine questi Tavat appaiono più ariosi ed essenziali, con elementi sinfonici inseriti con parsimonia in un impianto musicale che spesso indulge al pop e al rock psichedelico. Il brano con cui il gruppo ha scelto di approcciare l’ascoltatore è una frizzante “Puolimieli”, una cavalcata hard rock psichedelica, ben scandita dalla batteria, che fa leva su un cantato energico e coinvolgente. La proposta è comunque piuttosto variegata e scopriamo pezzi caratterizzati da un apporto tastieristico più generoso, prevalentemente strumentali e impreziositi da fragranze soft fusion e psichedeliche, quali “Vaarat ja virrat”, “Oleskelun Ytimessä”, “Kutsu Toisaalle” o la conclusiva “Äreä Aamunkoitto”, ad altri episodi in cui diventano invece fondamentali le parti vocali con tanto di ritornelli ammiccanti come “Oljenkorsi”, con i suoi elementi corali brillanti, la lirica “Pohjoinen”, piacevolmente interpretata da una aggraziata Emilia Roos o la squadrata e ripetitiva “Sanat Sakenee”.
Una certa parentela con i Sammal si fa inevitabilmente sentire, soprattutto per quel che riguarda l’energico e caratteristico apporto vocale di Jan-Erik Kiviniemi, e certamente ciò non rappresenta uno svantaggio. Rispetto all’ultima prova dei colleghi questi Tavat possono però giovarsi dei preziosi innesti tastieristici del leader, anche se la loro proposta rimane nel suo complesso piuttosto essenziale e diretta. Oserei dire che il divorzio fra Juhani Laine ed i Sammal non ha giovato a nessuno dei due e la sensazione è sempre quella che a qualcuno manchi qualcosa, nonostante le idee di base siano in ogni caso discrete.
Che dire? La mia speranza è sempre quella che ci ripensino e che possano unire nuovamente le loro forze per un obiettivo musicale comune che sia in grado di rappresentare al meglio le anime di tutti i musicisti.



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Jessica Attene

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