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UPPSALA Uppsala Madrigal 1984 (Musea 2001) FRA

Strano ed intrigante gruppo questi Uppsala: se da una parte ci accarezzano l'anima grazie ad una struttura musicale jazz-fusion dalle sonorità soventemente soffuse e rilassate, dall' altra ci stimolano la nostra benamata materia grigia con lunatiche trovate non prive di un certo umorismo bislacco. Originariamente inciso sul finire del 1983, "Uppsala" rappresenta l'esordio e l'unica apparente testimonianza su disco di questo originale trio francese in spericolato equilibrio tra una fusion discretamente tecnica e melodica ed un approccio alla materia decisamente surreale e visionario, tanto da portare alla mente per ispirazione maestri del free-rock come Daevid Allen, Zao ed i Samla Mammas Manna. Inizialmente tanta stramberia viene messa in evidenza dalle parti vocali in falsetto del chitarrista Philippe Cauvin, talmente stralunate e teatrali da non avere (o almeno quasi!) nessun precedente in ambito rock-sperimentale, poi ci si lascia prendere dall'inggno puramente strumentale... e qui si potrebbe scrivere a lungo. Per gli Upssala il jazz-rock in pratica diventa unicamente un punto di partenza per poter viaggiare in diverse direzioni, magari anche contrastanti come nella miglior tradizione progressiva, così passiamo con disinvoltura da ariosi momenti melodici tipicamente francesi a misteriosi contorcimenti strumentali fino a qualche intrigante accenno frippiano... il tutto assolutamente privo di pretenziosità o sterili intelletualismi. Cosa dire di più... un altra piccola gemma è stata rispolverata, quindi perché non approfittarne?

 

Giovanni Carta

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