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UT NEW TROLLS E' Self 2015 ITA

Tralasceremo in questa recensione il dettagliato riepilogo di tutte le “costole” dei New Trolls che vanno avanti ormai da diversi anni. Più passa il tempo e più diventa veramente difficile seguire le esatte evoluzioni e i monicker delle formazioni che portano quella sigla famosa nel loro nome. Ci limitiamo a ricordare che gli UT New Trolls presentano per questa occasione una line-up che vede al fianco dei membri storici Gianni Belleno (batteria, chitarra acustica e voce) e Maurizio Salvi (tastiere e pianoforte) anche Umberto Dadà alle parti vocali, Claudio Cinquegrana alle chitarre, Stefano Genti alle tastiere e alla voce e Alessio Trapella al basso e alla voce. Importante anche il contributo dell’ospite Elisabetta Garetti al violino.
Dopo l’esordio con la pubblicazione di un live che pescava nel repertorio degli anni ’70 dei New Trolls, il successivo passo è stato il buon disco di inediti “Do ut des”, seguito poi da un DVD. Ma è con questo nuovo lavoro intitolato semplicemente “E’” che gli UT New Trolls mostrano di volersi rigettarsi in pieno nel mondo del progressive rock. Già l’incipit “Dies irae” mostra una forte vena sinfonica, con il violino a dettare subito un tema classicheggiante, seguito a ruota dalle tastiere di Salvi e dalla sezione ritmica che contribuiscono a rendere ancora più maestosa la musica, che solo nel finale si apre verso fraseggi più melodici con l’entrata del cantato. Oltre al citato brano d’apertura ci sono altre composizioni che mostrano questa verve altisonante, ma ricca di buon gusto e che appaiono ben ispirate. La strumentale “Trullo lungo” e “Opera suite” spingono forte sul versante sinfonico; la prima con una bella cavalcata di colori dipinti da tastiere e chitarra, la seconda ancora più magniloquente, al punto che può ricordare qualcosa sia dei vari volumi “Concerto Grosso” sia del primo Wakeman solista.
Altre tracce che viaggiano su lunghe distanze offrono quelle caratteristiche molto apprezzate fatte di cambi di tempo e di atmosfera. Cominciamo ad esaminare i dieci minuti e mezzo di “Oggi non sono spento”. L’apertura è affidata ad una lunga esibizione all’organo Hammond che può vagamente riportare alla mente Brian Auger. Dopo quasi cinque minuti la chitarra ruba la scena con un assolo infuocato e dalle tinte blues e poi c’è una variazione completa che porta a ritmi compassati, tastiere nuovamente in primo piano fino a giungere a sonorità più pop negli ultimi due minuti che prevedono anche parti cantate con tanto di ritornello. Discorso simile per “Cambiamenti”, i cui nove minuti e mezzo di durata prevedono una partenza ed una chiusura con alto tasso di energia puramente rock, in cui basso e batteria dettano ritmi sostenuti e gli altri musicisti fanno incrociare ed alternare i loro strumenti (in particolare è la sei corde a farsi graffiante) ed una sorta di intermezzo in cui Belleno si esibisce alla chitarra acustica e alla voce in un momento molto intimista.
“Cherubino” (nel cui finale c’è un bellissimo assolo di Salvi) e soprattutto “Io…” riprendono invece quel sentiero pop-rock che i New Trolls non hanno mai perso di vista, mettendo gran cura alle armonie vocali, molto in evidenza soprattutto nella seconda. Risultati interessanti, ma tutto sommato si tratta dei momenti meno attraenti dell’album.
La conclusiva e strumentale “Ostinato”, con i suoi dodici minuti, rappresenta un altro dei picchi dell’album. E’ ancora il rock sinfonico a farla da padrone, a partire dall’avvio guidato dal pianoforte e proseguendo, tra vari sobbalzi ritmici, con avvincenti intrecci e solos intriganti, con sviluppi che mostrano la capacità dei musicisti di abbinare con giusti equilibri feeling e tecnica.
Dalla descrizione, quindi, si intuisce facilmente che le varie anime dei New Trolls sono ben presenti in questo disco assolutamente brillante, pur con qualche pausa nella sua ora di durata.



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Peppe Di Spirito

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