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URIAH HEEP Raging through the silence (2CD+DVD) autoprod. 2017 UK

Gli Uriah Heep non hanno bisogno di presentazioni: la band di Mick Box festeggia quasi cinque decenni sulle scene e tra successi, insuccessi, gravi perdite e svariati cambi di formazione riesce ancora oggi a proporre materiale di buon livello.
Lo zoccolo duro dei fan sarà ben felice di avere tra le mani questo cofanetto (2 cd + un dvd) che ripropone fedelmente il concerto del 18 maggio 1989 eseguito al London Astoria, disponibile fino ad oggi solo nell’ormai obsoleto formato VHS.
Un “reperto” sicuramente non indispensabile ma a modo suo importante perché fissa sui solchi le prime prove vocali live di Bernie Shaw, ultimo della girandola dei frontman che hanno contraddistinto la storia di questo gruppo che nel biondo cantante canadese ha trovato una stabilità che dura fino ad oggi.
Il 1989 è un anno importante per gli Uriah Heep che in quel periodo festeggiano i loro venti anni sulle scene e che di lì a poco andranno a ricevere gloria e onori nei paesi oltre cortina di ferro, precursori di tante altre icone del rock.
La scaletta ripropone nella prima parte i brani del loro non indimenticabile lavoro “Raging Silence”, uscito poco prima e che strizza l’occhio a sonorità AOR tanto in voga in quel periodo, e va in crescendo verso i grandi successi degli Uriah Heep: “July Morning”, “Look at yourself”, “Gipsy”, “Easy Livin’”, “The Wizard”, pietre miliari della storia del rock e che anche qui fanno la loro stupenda figura. Il confronto con le composizioni più recenti è a tratti imbarazzante ma è una cosa che non vale solo per gli Uriah Heep ma per tutti i grandi nomi degli anni 70.
I fan aspettano quei suoni e quei brani ed è giusto accontentarli.
Oltre la parte musicale troviamo anche un’intervista radiofonica a Mik Box che racconta al compianto Chris Tetley di Piccadilly Radio la storia e l’evoluzione del gruppi in quei venti anni di carriera.
Il DVD è l’esatta riproduzione del VHS ma ci permette di vedere un Mick Box in grande spolvero, soprattutto nell’assolo che precede “Gipsy”.
Concludendo, un lavoro alla fine divertente e che si fa ascoltare, a suo modo storico, ma da consigliare soprattutto ai fan più accaniti e ai collezionisti.



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Antonio Piacentini

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