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UNQUIET MUSIC LTD. In the name of… (A prayer for our times) Unquiet Music Ltd. 2020

Unquiet Music LTD è un’etichetta discografica fondata nel 2019 da JP Rossi con sede in Francia, ma è anche un progetto di più ampia portata che ha portato alla realizzazione di questo particolare concept. Per questo cd sono stati coinvolti diversi musicisti, alcuni dei quali con un nome anche abbastanza pesante in ambito prog. Facciamo riferimento a Trey Gunn, che non ha certo bisogno di presentazioni con i suoi trascorsi nei King Crimson, a Frédéric L’Epée, importante punto di riferimento della scena francese con Shylock, Philharmonie e Yang e Markus Reuter, salito di recente alla ribalta delle cronache per la sua presenza negli Stick Men, ma che ha anche una discografia solista molto consistente, oltre ad essere un apprezzato e ricercato session-man. Con i loro strumenti a corda danno vita insieme ad altri compagni di avventura a questo concept di non facile assimilazione. L’album è suddiviso in quattro parti e undici tracce, ma va in realtà considerato come un’unica opera che scorre senza soluzione di continuità.
Il disco parte lentamente, quasi in stile ambient con “Hallowed be thy name”. Ma si avverte un che di inquieto e minaccioso mentre scorrono i minuti e cresce l’intensità dei suoni. Superata la prima traccia non passano le stranezze in “Thy kingdom come”, dove cominciano a mischiarsi elettronica e sperimentazioni senza compromessi. Le chitarre si muovono poi in una direzione cara a Robert Fripp, soprattutto nella terza traccia “Thy will be done” e avvertiamo qualcosa di più familiare che si muove di continuo, fino ad arrivare al finale dove il contributo degli archi aggiunge un sapore chamber rock. È ormai chiaro che siamo di fronte a qualcosa di non facile ascolto e che non cede minimamente ad alcuna tentazione commerciale. E si continua su queste coordinate. I punti di riferimento ci sono e possono essere intravisti nei gruppi a cui sono legati alcuni protagonisti (i citati King Crimson, Shylock e Stick Men), ma anche in esponenti di un linguaggio musicale più particolare e legato ad avanguardia, ricerca, libertà, classica moderna, come Steve Reich, Oliver Messiaen, Brian Eno, Frank Zappa e John Zorn. Così, il sound crimsoniano del XXI secolo sembra incrociarsi con un “R.I.O. Cuneiform style” su “Our daily bread” e con effetti elettronici su “Our trespasses”. E ancora, ci si avvicina alla musica concreta con la sequenza di quattro tracce che formano “The Holy Spirit [Co-inherence]”, ma gli interventi delle chitarre ed un suggestivo passaggio atmosferico non rendono troppo estrema questa sezione. Si arriva alla conclusione con le due tracce di “Amen [Transcendence]”, in cui si avverte nuovamente quella tensione iniziale, con recitati strani, suoni di ogni tipo e con soluzioni percussive non comuni, fino ad essere circondati da suoni della natura e da voci eteree nell’ultimo brano.
L’interpretazione del concept può toccare campi diversi e sarà l’ascoltatore a scegliere cosa cogliere. Le linee guida vanno verso campi impegnativi che toccano religione, misticismo, filosofia. Su Youtube è presente anche un video che accompagna gli interi sessantanove minuti di quest’album. Album che richiede concentrazione e completo abbandono ad esso, che è complesso, che presenta molteplici chiavi di lettura e che merita un voto alto per il coraggio e per i contenuti sonori.



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Peppe Di Spirito

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