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VIVAHEAD Lavatory studies autoprod./Pulper Music Production 2002 UK

L'autoproduzione potrà anche comportare una serie di costi e di rischi non indifferenti eppure garantisce al musicista una totale libertà espressiva ed un pieno controllo delle proprie creazioni, come dimostrano Lewis Gill e Neil Packer in "Lavatory Studies", secondo capitolo del progetto Vivahead (gli altri titoli sono "We Love Infinity" e "Artism", entrambi stampati nel 2002 e "Cosmic dunce", uscito quest'anno). Oltre ad essere già coinvolti attivamente nei Psychiatric Challenge, una formazione musicale composta da quattro chitarristi orientata verso l'improvvisazione e la sperimentazione sonora più estrema, Gill e Packer celandosi dietro il nome Vivahead hanno messo in pratica la loro personale concezione di musica elettronica: concepito e realizzato in gran parte mediante l'utilizzo del computer, "Lavatory Studies" è un disco difficile da definire e, forse, ancor più complicato da ascoltare. Probabilmente il termine progressive in questo cd potrebbe risultare fuori luogo... eppure, ascoltando attentamente, ho l'impressione che i due Vivahead abbiano avuto modo di ascoltare ed apprezzare determinati musicisti conosciuti bene dalla maggior parte dei lettori di Arlequins. Ad esempio, "Critical", l'unico brano cantato (si fa per dire) presente in "Lavatory Studies" si apre con un mellotron dalle forti ascendenze crimsoniane, per svilupparsi su una ritmica trance-hip hop ed un'atmosfera gelida che avrebbe fatto piacere ai vecchi Kraftwerk; ed ancora, nella strabordante "Prime", una suite dark-ambientale di trentotto minuti, non sembra neanche tanto celata l'influenza del r.i.o. e di certo progressive rock (Univers Zero, Magma), mentre il frequente ed ironico utilizzo di buffi effetti sonori e rumoracci assortiti può far tornare alla mente alcune vecchie cose di Zappa. Insomma, "Lavatory Studies" per molti di voi potrebbe risultare una mezza cavolata eppure provate lo stesso a dargli un ascolto, magari recuperando qualche file audio sparso nel web, chissà che non rimaniate colpiti anche voi da tanto (folle) estro!

 

Giovanni Carta

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