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THE VOW Devil in disguise autoprod. 2005 GER

Giunta al suo terzo impegno su lunga distanza, la band ha deciso di sganciarsi dall'etichetta francese Musea e di fare tutto in casa. Si è inoltre data da fare per trovare un batterista vero (tempo ben speso) allargando quindi la formazione composta da Holger Goetz (voce e tastiere) e Ralf Link (chitarra e basso) grazie all'aggiunta di Manfred Wirth alle pelli. Il genere affrontato è il solito new prog di stampo marillioniano, arrangiato in chiave molto semplice e dominato da atmosfere spesso buie e malinconiche. La trama sonora è abbastanza essenziale con scarsi giochi di tastiere che presentano un registro di suoni quasi monocromatico, inserite nei punti giusti a sottolineare i momenti più sentimentali. Anche la chitarra, dalla timbrica piuttosto pulita, dà poco sfoggio di sé, ingentilendo le composizioni con arpeggi delicati e concedendo di rado qualche breve apparizione solistica. Il grosso del lavoro è affidato alla voce di Holger, espressiva e profonda: una sorta di incrocio fra Geoff Tate e Hogarth. Il cantante si impegna cercando di dare enfasi e teatralità alla propria voce, ottenendo dei buoni risultati, ma le liriche appaiono tuttavia piuttosto povere, sia per la scelta lessicale, sia per i contenuti, approssimativi e generici. Proprio grazie al cantato le canzoni riescono a decollare, in certe occasioni, soprattutto per quanto riguarda l'invitante musicalità di certi ritornelli che vengono sottolineati da qualche sprazzo tastieristico opportunamente collocato. Sembra comunque che il volo ad ali spiegate non venga mai spiccato: il sound di questo nuovo album è più ricco rispetto ai lavori passati, risulta più curato e sostanzialmente godibile ma qualche aggiustamento si renderebbe comunque necessario. Un discorso a parte merita la suite conclusiva "Trojan add-on" che, a giudicare dal titolo, sembrerebbe un seguito del secondo album (intitolato per l'appunto "Trojan"). In questo caso le tematiche strumentali appaiono meglio sviluppate, con spunti sinfonici più accentuati e un respiro più ampio che sicuramente rende più interessante l'ascolto.
Il risultato finale, comunque apprezzabile, non convince fino in fondo anche se assistiamo ad un notevole balzo in avanti rispetto agli scialbi lavori precedenti.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

THE VOW Another World 2001 
THE VOW Trojan 2002 

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