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VV.AA. Odyssey ''the greatest tale'' Musea 2005

Quattro ore di musica progressive per raccontare una delle più belle storie appartenenti al patrimonio dell'umanità: l'Odissea di Omero. Il nuovo progetto della Colossus rende giustizia alla magnificenza del poema offrendo un CD dall'artwork raffinato, con un booklet corposo e dettagliato. Le immagini della copertina e le belle illustrazioni interne sono ispirate al noto sceneggiato della RAI del 1968 che vedeva nei panni dei protagonisti Bekim Fehmiu e Irene Papas, entrato a pieno titolo nell'immaginario collettivo. La scelta delle band e la suddivisione del carico di lavoro sembrano, almeno in partenza, molto azzeccate con alcuni dei più bei nomi della scena contemporanea. I dischi presentano una simmetria perfetta contenendo ciascuno tre suite di oltre 20 minuti l'una, ognuna affidata ad un gruppo diverso. Sembra poi che nell'assegnazione dei vari capitoli siano state prese in considerazione le attitudini di ciascuna band: l'ambientazione alla corte di Alcinoo e la gentile presenza di Nausicaa non potevano che essere interpretati al meglio se non dai Glass Hammer; un gruppo strumentale come quello dei Nathan Mahl è adatto invece per la composizione di una epica parte introduttiva, e così via. I presupposti sono quindi buoni ed il lavoro alla base del concept è stato eseguito con molta cura e sensibilità, lasciando ben poco da recriminare. L'unico punto in un certo senso discutibile sta nella natura stessa del concept: commissionare a band diverse una suite con precisi canoni e una durata minima prestabilita. Questo può comportare come conseguenza che i gruppi tendano a tirare per le lunghe idee che potrebbero invece trovare la loro naturale risoluzione in tempi più brevi. Una seconda conseguenza sta nella scarsa unitarietà del prodotto finale che varia le sue caratteristiche (anche lessicali, dal momento che ognuno parla nel suo idioma) in rapporto alla band esecutrice.

Come anticipato, l'introduzione dell'opera è affidata ai canadesi Nathan Mahl: l'incipit è assolutamente adatto ed evocativo, con dei synth che mormorano come un coro di voci che ci trasportano magicamente nel cuore della vicenda. Stilisticamente abbiamo un pezzo tipico della band, con un meraviglioso dispiegamento di tastiere, gestite con maestria da Guy LeBlanc, in grado di narrare intere storie soltanto ricorrendo alla grandiosità delle note musicali. La potenza della suite e l'attenzione dell'ascoltatore si disperdono un po' alla lunga e l'impressione è, come paventato, che il gruppo tenda ad allungare un po' troppo il brodo.
Il quarto e quinto libro sono affidati agli argentini Nexus. La loro suite copre gli avvenimenti che vanno dal viaggio di Telemaco e Nestore alla corte di Menelao fino all'arrivo di Odisseo nell'isola di Ogigia. Questa suite è la seconda per lunghezza, estendendosi praticamente per 28 minuti, ma anche fra le più equilibrate. Il loro prog è sinfonico, magniloquente e decisamente retrò ma vivace ed interessante. Con lo scorrere dei minuti, quando l'interesse rischia di cadere, il gruppo riesce sempre a rinnovarsi, ora inserendo il cantato, dopo una lunga sequenza strumentale, e successivamente, nella parte conclusiva del pezzo, inserendo le parti più complesse, con sequenze di tastiere alla EL&P e trovate movimentate con continue variazioni. Insomma un brano pieno di idee valide, sicuramente fra i più belli dell'opera.
Dopo tutti questi fuochi di artificio il primo CD si conclude con la performance dei Glass Hammer che ci conducono, come già detto, alla corte di Alcinoo. Purtroppo non assistiamo alla migliore prestazione del duo Babb/Schendel anche se si tratta comunque di un brano gentile e raffinato, adatto alla sceneggiatura proposta con diversi vocalist che si dividono i ruoli dei vari personaggi. Susie Bogdanowicz è una splendida Nausicaa (conosciamo già l'abilità di Babb nel plasmare il carattere delle sue eroine), Schendel impersona Alcinoo mentre Babb ricopre il ruolo di Odisseo.

Cambiamo CD e cambiamo anche atmosfere: ai francesi XII Alfonso toccano delle parti oscure e cariche di tensione, che porteranno l'ascoltatore dalla terra dei Ciconi fino giù nell'Ade, passando per la grotta di Polifemo e per il covo della maga Circe. Nel susseguirsi dei vari scenari, il gruppo cerca di usare le sonorità e le ambientazioni giuste, che a volte diventano davvero inquietanti ed oniriche, anche se i vari cambi di situazione possono sembrare in qualche occasione un po' artificiosi, rendendo difficile l'immedesimazione nella loro musica e nelle vicende narrate. Tornano a farsi sentire i Simon Says, di cui avevamo perso le tracce da un po' di tempo a questa parte, e la loro suite ci conduce fino allo sbarco su Itaca. La suite comprende anche il famoso episodio del canto delle sirene, commentato dal brano "Women are deadly", in cui voci maschili e femminili si intrecciano. Il cantato di Daniel Fäldt forse non è sempre all'altezza e stilisticamente ritroviamo i Simon Says un po' dove li avevamo lasciati, con sonorità di Mellotron cupe e tastieroni oscuri; basta prendere per riferimento uno degli album del gruppo già pubblicati e vi si ritroveranno in pratica tutte le atmosfere e sonorità di questi 25 minuti.
Gli italiani CAP sono coloro che forse hanno meglio interpretato lo spirito di quest'opera: proprio come nello sceneggiato, gli avvenimenti vengono preceduti dal commento di una voce narrante e sul sottofondo vengono recitati i versi di Omero. Gli strumenti di background sono acustici con sonorità tradizionali greco/balcaniche, e in lontananza si odono i suoni ambientali che accompagnano un Odisseo che si addentra di nuovo nella sua isola dopo 20 anni di assenza. Queste parti lasciano poi il passo al tipico Prog italiano dei CAP, con testi introspettivi ed eleganti e musiche deliziosamente datate. Le scene narrate sono quelle in cui maggiormente emerge l'aspetto umano di Odisseo, quelle in cui l'eroe ritrova i suoi affetti, quello del fedele Eumeo ma soprattutto quello che lo lega al figlio Telemaco. Alle lunghe sequenze cantate, le più estese tra le 9 suite dell'opera, si alternano comunque belle parti strumentali con suoni vintage e deliziose orchestrazioni, con omaggi, più o meno espliciti, al Banco.

Il terzo CD inizia con la suite forse più avanguardistica del lotto, affidata ai venezuelani Tempano. I sudamericani si producono in una composizione a tinte fosche, descrivente l'arrivo a palazzo di Odisseo, travestito da mendicante, ed il suo impatto con la realtà. Interessante sicuramente, anche un po' atipica per quanto eravamo abituati ad ascoltare da questo gruppo, la suite si sviluppa in maniera tutt'altro che lineare ma senza scossoni improvvisi o grossi cambi di atmosfera al proprio interno, anche se è suddivisa in 4 parti abbastanza distinte.
La successiva composizione è affidata ai Minimum Vital i quali ci propongono 22 minuti di musica che sembrano provenire dalle session di "Esprit d'amor", con voci filtrate ed il loro linguaggio semi-inventato che, assieme ai soliti ingredienti della musica dei fratelli Payssan, costruiscono un brano dalle atmosfere giocose che, francamente, viste le ambientazioni delle situazioni narrate, pare un po' fuori luogo. Una suite che scorre e va, senza lasciare grandi tracce di sé.
Gli Aether propongono un'altra suite prevalentemente strumentale che narra gli ultimi episodi del poema, dall'uccisione dei proci all'epilogo. Una composizione in cui la delicatezza della vena melodica dei brasiliani contrasta con l'aggressività che traspare dall'utilizzo delle tastiere e dal loro interagire con la chitarra. Il risultato è molto particolare: non aspettatevi un racconto (anche se musicale) che descriva con cambi di tempo mozzafiato le concitate fasi dell'agguato di Odisseo agli usurpatori ed i loro ultimi tragici momenti. La tensione viene mantenuta con le tinte fosche di una musica all'apparenza calma ma ricca di pathos.

Riassumendo questo piccolo poema che abbiamo appena scritto: l'album rappresenta un piccolo campionario di alcune delle migliori band di Prog sinfonico che popolano lo scenario odierno, il tema trattato si presta ad una costruzione epica delle canzoni e alla stesura di brani di lunga durata. Non tutte le occasioni sono state sfruttate al meglio ma si tratta senza dubbio di un'opera godibile e che vi terrà abbastanza impegnati nella ricostruzione delle vicende, nella lettura dei testi e nell'ascolto di una grande quantità di materiale musicale fitto di idee.

 

Jessica Attene & Alberto Nucci

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