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VIENNA CIRCLE Silhouette moon Audio Treehouse 2013 UK

I Vienna Circle sono un duo inglese (i fratelli Paul e Jack Davis, chitarre - voce - tastiere - orchestrazioni il primo, basso - piano e cori il secondo) che con “Silhouette moon” giungono al secondo album in studio. L'elegante confezione, purtroppo priva delle liriche (ma la band sta lavorando ad un libro con i testi di prossima pubblicazione), comprende, oltre al cd con le 10 tracce, anche un interessante DVD con il “making of” dell'album. Ma che musica fanno i Vienna Circle? Certamente hanno ascoltato i Pink Floyd ed i Porcupine Tree ed i “link” con questi due mostri sacri sono evidenti, ma elaborati in modo personale con classe e gusto notevoli. L'eleganza ed il senso estetico delle composizioni è probabilmente la caratteristica saliente dell'album che vede oltre ai due Davis, Alex Micklewright alla batteria, Jess Shute al flauto, Patch Morrison al sax, Dave Waller al clarinetto ed al sax e Gemma Davis voce in un paio di pezzi. Anche i due apparentemente innocui brevi brani iniziali “Strangers” ed “Envy” rappresentano senz'altro una buon biglietto da visita: struggente brano d'atmosfera e splendido nella sua delicata semplicità il primo; dai vocalizzi eterei conditi da un bel “solo” gilmouriano il secondo. Due pezzi, 4 minuti in tutto... ma incantevoli. Certo non ci accontentiamo solo di questo.
Il pezzo forte è senz'altro il trittico “Dreams presage” - “Scarlet dance” - “Woven wings” (dalle note di copertina si evince che seppur separate si debbano intendere come un'unica lunga suite). La lunga “Dreams presage”, introdotta dalle note del flauto, acquista subito tono e personalità complice anche l'importante uso del sax ed una voce delicata ed incantevole. A tratti il “mood” ricorda i Porcupine Tree più eterei e sognanti ed è proprio un bel sentire... Molto più breve “Scarlet dance”, basata su una chitarra “gilmouriana” e su soffici tastiere oltre alla solita gradevole voce di Paul Davis. Più dimesso l'inizio di “Woven wings”, che cresce in energia e potenza benché il flauto ne stemperi le velleità heavy. “Ballad of night” è un'altra libera parafrasi dei Porcupine Tree dei bei tempi che furono con una notevole interpretazione strumentali che mai sfocia nell'autocompiacimento. “Sea” è un soffuso brano intimista vicino ai Pink Floyd di “Shine on...” con importanti atmosfere dilatate e “space”. Delle belle orchestrazioni disegnano le soavi note di “Eternity”, forse troppo breve nel suo sviluppo... “Together” riprende e dilata la tenue melodia di “Strangers” con quell'aura di impalpabilità che sovente accompagna i brani dell'album. “Departure” flirta addirittura con i Sigur Rós per le orchestrazioni e l'aria rarefatta (ed evocativa) che si respira. I Vienna Circle rappresentano senza dubbio una piacevole sorpresa e pur non inventando nulla di nuovo (a quello ci penserà la prossima incarnazione del Re Cremisi... non è vero?), non sono certamente troppo convenzionali o, peggio, scontati e quindi li segnalerei tra le rivelazioni di questo 2013. Album veramente delizioso e consigliato.


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Valentino Butti

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