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VV.AA. Bowling balls from Hell 1 Clone Records 1980

Questa raccolta mai ristampata su cd comprende alcuni personaggi provenienti dall'area di Akron, Ohio, per un totale di dodici brani altrimenti introvabili che definire stravaganti sarebbe davvero riduttivo. Per poter rendere con esattezza l'idea della musica contenuta in questo disco è obbligatorio citare la presenza in un brano, "Sunset in Hibernia", del leader e cantante dei Pere Ubu, nonché grande eccentrico del rock free-form, David Thomas, ed in effetti buona parte dei brani qui proposti risentono sicuramente di una mentalità artistica vicina all'attitudine iconoclastica e dissacrante dei Pere Ubu e di altri spericolati manipolatori sonori come i primi Devo. La raccolta si apre con "Wait here, i'll be right back..." dei Waitress (esordiranno nel 1982 con il disco "Wasn't Tomorrow Wonderful?", distribuito dalla Polydor), una canzoncina capricciosa e stralunata caratterizzata dal cantato provocante e al tempo stesso assolutamente stupido di Patty Darling (all'anagrafe Patty Donahue); il bello di questa raccolta sta nella collocazione dei brani, una volta concluso il pezzo dei Waitress ecco "Sector Wars", la prima delle sei composizioni per sintetizzatore create e registrate in presa diretta dal geniale tastierista Denis DeFrange ed inseriti sistematicamente nei lati A e B dopo ogni brano cantato. Queste composizioni dal taglio futuristico e apocalittico insieme ai tre brani scritti da Ralph Carney, inclusa la "Sunset in Hibernia" cantata da David Thomas, rappresentano probabilmente il picco di questa raccolta e da sole valgono sicuramente l'acquisto del disco. Ralph Carney dal canto suo, essendo già membro dei Waitress, pensa bene di estremizzare le stranezze del gruppo madre: con un pò d'immaginazione si potrebbero definire i suoi tre brani come una forma deviata di art-rock composta da clangori ossessivi, vocettine assurde e stravolte, un sassofono maltrattato ed un feeling zappiano neanche tanto celato, indirizzata più allo sconvolgimento sensoriale che ad una estetizzante contemplazione sonora. Il lato B in qualche modo include i brani, se vogliamo, più normali con "Ride, Rider" dei Haff Notz e "Andrea" di tal Hurricane Bob: il primo pezzo è una sgangherata ballata contry-folk a modo suo originale mentre il secondo è l'unico brano del disco che più si avvicina al rock più canonico, con qualche concessione al punk. Per concludere non posso far altro che consigliarvi di guardarvi intorno e tentare di scovare questo lp in qualche fiera o bancarella sperduta... ne vale davvero la pena!

 

Giovanni Carta

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