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WOOD ORCHESTRA L'attesa Silent Groove 2006 ITA

La musica scorre con la stessa “apparente” semplicità di una colonna sonora per film. I movimenti sonori si susseguono come fossero all’inseguimento dell’ideale immagine a cui far corredo. Gli strumenti, spesso scarni nel numero, coprono le gamme di frequenza che inevitabilmente arrivano all’anima, con note misurate, mai ridondanti, mai inutili o leziose. Così la chitarra acustica di Enrico Breanza è frequentemente tappeto di velluto ora per il clarinetto del leader Marco Pasetto ora per la marimba pulita ed evocativa di Michele Pachera, mentre dolci percussioni e un contrabbasso minimale contornano l’evocazione. Musicalmente non ci sono le trame tipiche del prog, ci sono però le atmosfere casalinghe o esotiche in grado di soddisfare l’ascolto anche più esigente, grazie a tessiture mai banali nelle quali spesso ci si addentra e ci si lascia avvolgere come da un guanto della giusta misura.
Il CD è composto da 18 brevi brani, per la maggior parte strumentali e completamente acustici. Ove compare il cantato (in un caso il recitato) spesso si rifà a tradizioni culturali di regioni anche distanti dalla cultura veneta d’origine dell’ensemble. Temi dalla Liguria, dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Puglia, oltre naturalmente al Veneto, ma anche provenienti da arie e aree mediterranee più a sud come nel caso della splendida “Phi” che, con le sue funamboliche percussioni, sa tanto di mercato arabo. E’ bene sottolineare che i brani derivati da tradizionali delle citate regioni, sono assai difficili da rendere in un ambiente tendente alla musica d’autore, nati – come sono – per il popolano e quindi con scritture molto blande e semplici. Esempio di questa difficoltà credo sia “Dormi, dormi” una ninnananna calabrese che deve aver dato parecchie noie di inserimento in un progetto di questo tipo. Molto meglio si inseriscono la ninnananna pugliese che, con il suo splendido arrangiamento assurge forse a miglior brano del disco e quella ligure “Fa nanà pupon” anche se, da ligure, devo segnalare diversi e importanti errori di pronuncia e un testo piuttosto distante dall’originale che mia nonna mi cantava, in questo caso saltano le rime che normalmente contornano una ninnananna.
Ad ogni modo un ascolto complessivamente positivo, che consente di allontanarsi mentalmente da caos e frenesie, dove tutto è ben dosato e dove momenti sonori più complessi non sono troppo distanti da ciò che siamo maggiormente abituati ad ascoltare.

 

Roberto Vanali

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