Il Progressive in Germania ebbe origine autoctona come sappiamo, non molto condizionata dalle tendenze che venivano da oltre Manica. Ne è un'ennesima prova questo gruppo che, nel 1969, si permetteva di mettere in circolazione un album di questo genere, fatto di psichedelia, jazz-rock e primi vagiti di rock sinfonico che, da quelle parti, verrà definito kraut-rock. La musica messa in scena dagli Xhol Caravan non ha quasi un attimo di tregua, impegnandoci la mente con acidissime sfuriate psichedeliche, quelle sì in parte derivative dagli echi d'oltre oceano, contaminazioni garage e sperimentazioni rabbiose guidate dal sassofono, supportate dall'organo e contrappuntate da una sezione ritmica sempre all'attacco. Non c'è un attimo di pausa, anche nei momenti in cui sembra che la musica si plachi, il gruppo dà sempre l'impressione di ripartire da un momento all'altro con una sfuriata e una nuova accelerazione. E' particolare come la musica sappia mantenere una complessità e cerebralità notevole, senza perdere tuttavia mai la rabbia giovanile e distruttiva che il gruppo emana; purtroppo erano altri tempi...