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ZINGALÉ Peace Krypton 1977 (Third Ear 1993 - 2002) ISR

Pur essendo rimasti sempre a livelli underground, gli Zingalé occupano un posto importante nella storia del prog, essendo la principale band di riferimento della scena Israeliana, anche se in effetti non hanno riscosso neanche una minima parte del successo che avrebbero meritato. La band, che secondo alcuni prenderebbe il proprio nome dal termine ebraico che sta per "cantare" (secondo altri si tratterebbe invece del termine in slang che designa lo spinello), si formò nel 1974, riuscendo ben presto ad attirare l'attenzione della Decca europea, ed in particolare l'interesse del presidente, motivato ad investire sul gruppo. Le registrazioni di "Peace" furono completate nel 1975 ma l'ascesa della band fu troncata dalla morte improvvisa del loro mecenate, nonché dallo scarso seguito ottenuto in patria. Dopo la pubblicazione del loro primo album, in lingua inglese, gli Zingalé iniziarono a lavorare a del nuovo materiale in ebraico che fruttò loro qualche passaggio nelle radio locali ma nulla più. "Peace" fu stampato in Israele in edizione limitata divenendo ben presto una rarità e fu seguito a breve dallo scioglimento del gruppo. La prima edizione dell'album era rappresentata da un promo LP in cui le tracce erano state arrangiate in maniera tale da costituire 2 lunghe suite, una per lato. L'edizione disponibile in commercio fu riarrangiata sconvolgendo l'ordine delle canzoni in base a considerazioni commerciali. La ristampa curata dall'etichetta israeliana Third Ear ricalca l'ordine originale del promo LP e comprende anche una serie di tracce in ebraico fra cui un paio di canzoni facenti parti di un 45 giri distribuito alle radio nel 1974, antecedente quindi il concepimento di "Peace", e altre quattro tracce che costituivano il materiale per un secondo LP mai realizzato.

Lo stile della band è molto inglese con una netta prevalenza di elementi sinfonici e qualche riferimento alla PFM. Echi del medio oriente si percepiscono in maniera molto distante, come in "Heroica", dove vengono evocati da alcuni passaggi dell'agile violino e da certe scelte percussive. L'insieme degli strumenti si muove in maniera affiatata seguendo scelte melodiche fantasiose e graziose. Le tematiche sviluppate si muovono attorno al motivo della pace e pare che le liriche siano state ispirate dalla guerra dello Yom Kippur (1974). Il messaggio lanciato dalla band è semplice, come si evince dalla romantica "Help this Lovely Word", coronata da splendidi cori in stile Yes di "Time and a Word". La movimentata e festosa "Carnival" fa sfoggio di violini alla Kansas in uno stile divertente, ravvivato da contaminazioni hard blues e assoli bizzarri, gestiti fra un organo irrequieto e un basso alla Squire. "Love Song" rappresenta un episodio più rilassato e la successiva "7 Flowers Street" appare di costruzione semplicissima con un lamentoso violino accompagnato da poche note di chitarra acustica e voci di bambini in lontananza. Praticamente in continuità con questo pezzo si presenta la brevissima "One Minute Prayer", registrata al contrario che sfocia in un'ipnotica "Lonely Violin Crying for Peace". I ritmi si rifanno movimentati con i due pezzi di chiusura, la valida "Stampede" e "Soon the War is Over": un ultimo messaggio di pace invocato con parole semplici ma piene di speranza. Le tracce in ebraico cambiano totalmente genere: si tratta per lo più di hard rock blues tradizionale, con qualche spunto più ricercato ma in definitiva di valore dubbio e molto più disimpegnato, con titoli scherzosi come "Why didn't I Win the Lottery" o "Green Scooter on the Way to Asia".

 

Jessica Attene

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