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ZAUBER Est Drums/Kaliphonia 1991 ITA

I possessori della seconda edizione del libro "Il ritorno del Pop Italiano" non saranno stati colti di sorpresa da questo ritorno degli Zauber. In effetti non si può parlare di ritorno, se non dal punto di vista discografico, in quanto questo gruppo torinese non si è mai sciolto definitivamente. Gli anni trascorsi dal 1978 (anno di pubblicazione de "Il sogno") ad oggi sono stati spesi in progetti musicali di vario tipo, molti dei quali a sfondo ecologico, e solo negli ultimi periodi il gruppo si è effettivamente messo a registrare nuovi pezzi al fine di pubblicare un album. Queste registrazioni si sono concretizzate in vinile (o, meglio, in metallo per CD) grazie alla coproduzione delle edizioni Drums e del negozio Kaliphonia.
Il disco, tecnicamente, è diviso in due parti omogenee che raggruppano l'una i pezzi registrati in studio, l'altra quelli registrati dal vivo (ad un concerto per il WWF). Tra le due parti, tuttavia, non esistono molte differenze, sia dal punto di vista della registrazione, sia da quello stilistico; semmai, se si deve fare una distinzione, è giusto farla tra i brani cantati, in cui predomina l'aspetto canzone ed in cui non sono presenti aperture strumentali portentose, e quelli strumentali, ben più progressivi, nel senso più comune che diamo a questo termine. Molto paradigmatiche, in questo senso, le prime due composizioni dell'album: l'ottima "Proibito" e la cantautoriale "Gennaio". Fa eccezione a questo discorso la canzone "Un giorno migliore", non a caso la più lunga del lotto, in cui si intreccia una lunga parte strumentale ad un finale cantato in cui si possono riconoscere notevoli influenze funky.
In definitiva: oltre 10 anni non sono passati invano. Gli Zauber sono sempre quelli de "Il sogno" e ciò è ampiamente riconoscibile da chiunque, ma non sono stati commessi i molti errori e le ingenuità che mi hanno reso quel disco non del tutto gradito. Non è stato commesso, in effetti, l'errore di voler fare un disco "proprio come allora"; si sente, indubbiamente, che il gruppo è datato, ma vengono spesso privilegiate soluzioni più moderne che rendono veramente "Est" un album attuale e non un clone di uno di 13 anni fa.

 

Alberto Nucci

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