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ZITA ENSEMBLE Volume 2 Lizard 2009 ITA

La patata bollente è toccata a me. Nulla di male anzi, vista poi la qualità del disco … Il problema è che è difficile, maledettamente difficile parlare di questa band, senza cadere in banalità e, soprattutto, volendosi allontanare da quella pesante modalità che vorrebbe far rientrare le cose belle (di un certo tipo) nel prog. La Zita Ensemble è un band che dimostra cultura musicale, dimostra di sapere quello che fa e lo fa con passione e soprattutto con sincerità, mettendo la tecnica (decisamente alta) al servizio di una musica che spazia, che apre, che appassiona e intimorisce, coinvolge, sì, ecco il termine corretto, coinvolge.
Questo è il loro terzo lavoro e ci arriva, grazie anche ad un’ottima produzione, come un disco perfetto. Sono sette e sono lunghi i brani che compongono questi 75 minuti di suggestioni sonore fatte (ecco che ci arrivo) di jazz rock, di jazz etnico, di psichedelia, di hard blues chitarristico hendrixiano, di largo post rock (oddio l’ho detto!), di space acido e rotolante, di chitarre finite e infinite (Luca Vicenzi), di ritmi ora serrati ora larghi, con un uso dei piatti di grande maestria (Fabio Gatti), di linee di basso serrate, ma morbide, naturalmente evidenti, non gradasse o grossolane (Marco Fortuna), di tenui ed eleganti voli tastieristici (Francesco Agostoni).
Non si può assolutamente evitare di essere colpiti dalla grande qualità intrinseca ed evocativa di brani come “Investigation”, dove tutte le esperienze sonore della band riescono a confluire in un jazz-space-rock di grandissimo livello, come “Nella notte del mare profondo”, un brano straordinariamente spazioso, un grandissimo recipiente di atmosfere recuperabili e assaporabili a livello ipodermico, come “Adagio – riduzione psichedelica per band”, sopita nelle sue sonorità che sembrano soffiate da un antico vento.
C’è sapore di “Extrapolation” e di “Devotion” di John McLaughlin, c’è profumo dei Brand X di “Moroccanroll” e “Livestock”, c’è space moderno e appetitoso, c’è un forte ritorno di arie psichedeliche sia nei momenti minimali, sia in quelli più aggressivi e ricchi. C’è soprattutto e indiscutibilmente, la band Zita Ensemble e la sua propensione a piacerci, a darci grande soddisfazione, senza dover per forza ipotizzare un’etichetta piuttosto che un’altra.
Ultraconsigliato!


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Roberto Vanali

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