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ZELLO Quodlibet Musea 1999 SVE

Dopo circa 3 anni, il gruppo dallo strano nome di Zello, torna a deliziarci con un lavoro di Pomp/prog di gran classe; è innegabile una forte dipendenza dai Kansas, dalla quale ereditano un largo uso del violino, le molte fughe strumentali e quelle favolose melodie pompose e solenni che tanto avevano fatto la fortuna del gruppo di Topeka. Il cd inizia con "I will be the wind", un brano bellissimo, snello, pomposo ed ultramelodico e, dopo un breve intermezzo di violino, ci imbattiamo in "Flag of convenience", 10 minuti in cui grandi fughe di tastiere e violino, un pianoforte molto in evidenza ed un intermezzo folk/prog dal sapore di una marcetta, ci consegnano un pezzo molto valido ed avvincente. Altro brano bellissimo è la lunga suite (quasi 26 minuti!), "Zwecia" in cui il gruppo da il meglio di sé, sempre con violino e tastiere in primo piano con esaltanti fughe strumentali, per poi passare a momenti pacati e molto dolci. Ha dell'incredibile la potenza che scaturisce da questo album nonostante l'assenza della chitarra, ma il lavoro svolto dalle tastiere (per la precisione, Hammond e Mellotron) e dall'onnipresente violino, ovviano a ciò in maniera egregia. Un album vario, melodico e ben suonato e prodotto che merita sicuramente attenzione.

 

Mimmo De Gennaro

Collegamenti ad altre recensioni

ZELLO Zello 1996 
ZELLO First chapter, second verse 2004 

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