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ZAQ Zaq Mellow 2003 ITA

A dispetto di una tradizione ricchissima di grandi gruppi e grandi album, non sono moltissimi gli artisti italiani che si sono cimentati negli anni recenti nel jazz-rock progressivo. Eppure, chi lo ha fatto ha ottenuto splendidi risultati, vedi i casi di Deus Ex Machina, DFA e Aviolinee Utopia. Il debutto omonimo degli Zaq, band nata dalle ceneri dei bravi Aria Palea, ha tutte le carte in regola per avere le attenzioni degli amanti del genere. Questo lavoro si basa infatti su cinquanta minuti strumentali nei quali i musicisti riescono a dare il meglio di sé tra classe, tecnica, inventiva e feeling. Il grande talento che contraddistingue Gianluca Milanese (fiati), Marco Della Gatta (tastiere), Massimo Pinca (basso), Antonio Marra (batteria) e Alessandro Monteduro (percussioni) è messo al servizio di otto brani agili, con arrangiamenti sopraffini, ritmi fantasiosi e continui intrecci di fiati (flauto in particolare) e tastiere che corrono e si inseguono attraverso soluzioni mai scontate, tramite le quali si denota una libertà espressiva che comunque non perde mai di vista il lato emozionale. Stupende composizioni quali “In a club”, “Epimeteo” (con un magnifico lavoro del basso), “Maree” (dall’elegantissimo accompagnamento percussivo), “Il bello e il brutto” e “J-Mirror” (in cui ci si avvicina maggiormente al jazz classico) dimostrano che le lezioni dei vari Arti e Mestieri, Perigeo e Baricentro non si sono rilevate infruttuose e rilanciano in maniera forte il jazz-rock più mediterraneo. Speriamo che non siano in pochi ad accorgersene e che gli Zaq abbiano vita ben più lunga del gruppo dal quale hanno preso vita.

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

ARIA PALEA Zoicekardi'a 1996 
ARIA PALEA Danze d'ansie 1998 

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