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ABIOGENESI Alberto Santamaria
 

Puoi parlarmi brevemente del tuo ultimo progetto musicale Abiogenesi?

Gli Abiogenesi sono nati un paio di anni fa dalle ceneri di un mio vecchio gruppo di rock-blues col quale mi esibivo nei locali più disparati: successivamente ho deciso di cambiare totalmente tipo di approccio, di pubblicare un lavoro veramente personale in quanto avevo pronti dei pezzi di mia composizione e ricercavo, al tempo stesso, un tastierista che mi supportasse in tale progetto. L'ispirazione principale è stata dettata dal romanzo di Anne Rice Intervista col vampiro, anche perché sono stato sempre affascinato dalla letteratura gotica e fantasy, oltre che dalle vecchie pellicole in bianco e nero di genere horror e fantascientifico, eppoi da quegli sceneggiati anni settanta tipo Belfagor e Il segno del comando che reputo davvero stupendi. Dopo aver realizzato i brani del mio primo disco, sono salito su un treno in direzione Genova per incontrare i diretti responsabili della Black Widow, ai quali fortunatamente il lavoro è piaciuto immediatamente.

Potresti descrivere gli aspetti essenzialmente più importanti del tuo nuovo lavoro intitolato Il giocoscuro?

Il secondo albo ha certamente molte cose in comune col suo predecessore, anche se ritengo che la musica sia più matura e il progetto, nell'insieme, sia ben più complesso e variegato: l'omonima suite divisa in 6 movimenti che possiedono atmosfere abbastanza differenti tra di loro, ha un suono spiccatamente progressivo in stile 70s. L'introduzione del flauto, realmente meravigliosa, ha fatto scorgere spontaneamente in coloro che hanno avuto l'occasione di ascoltare in anteprima il brano, l'accostamento con i primi Delirium o i Jethro Tull: sono paragoni che mi rendono felice, anche se terrei a sottolineare che noi siamo musicisti con una precisa identità personale, capaci di creare un linguaggio autoctono. Insomma, non siamo biechi imitatori!

Cosa puoi dire ai lettori di Arlequins riguardo una tua passata esperienza artistica quale quella coi Templari?

I Templari non sono stati certamente una cosa molto importante, anche se oggi godono di un minimo di notorietà tra gli appassionati del beat a causa di una pubblicazione di mio fratello intitolata Manifesto Beat che raccoglieva notizie sul conto di quel gruppo. Così la gente ha cominciato a contattarmi chiedendomi se ero in possesso di registrazioni di buona qualità sonora, ma io serbavo soltanto alcuni vecchi nastri che l'etichetta bolognese Destination X ha voluto rendere pubblici, suscitando un certo clamore per il ripescaggio di materiale da autentico archivio storico! Probabilmente se non fosse stato per mio fratello non saremmo comparsi da nessuna parte, perché eravamo una band che suonava per puro divertimento all'interno di una cantina dove si invitavano diverse ragazze a passare delle belle giornate. Potrete notare come le denominazioni di due dei miei progetti, Templari e Abiogenesi, abbiano in comune un certo misticismo fanta-horrorifico dovuto alle mie passioni cinematografiche e letterarie, ma pure al mio rifiuto di vivere il quotidiano affondato nella solita desolante realtà che ci circonda: Abiogenesi mi ha dato la possibilità di evadere dagli schemi usuali e di sfogare questo mio piccolo mondo fantastico.

Perciò le tue principali fonti d'ispirazione derivano da una fuga dalla realtà conformista dell'odierno vivere?

Anche se cerco di non uniformarmi ai consueti canoni della vita cosi come viene intesa e deliberata dalla società moderna, posseggo pur sempre un collegamento con la realtà circostante. Infatti un'altra fonte ispirativa personale è costituita dalla televisione, che vedo pochissimo e solo nelle ore notturne sintonizzandomi spesso su Raitre, oppure un programma radiofonico molto intelligente chiamato Golem, al cui conduttore ho dedicato una composizione del mio ultimo album, mentre il pezzo Sul margine del bosco la morte librava la sua falce, altro capitolo contenuto all'interno de Il giocoscuro, è stata scritta dopo aver visto proprio in tv una situazione particolarmente agghiacciante che mi ha suggestionato parecchio. Non intendo assolutamente far politica o comunque lanciare messaggi di quel genere attraverso la mia musica, non mi interessa e mi infastidisce molto in quanto trovo che coloro che si dedicano agli slogans effettistici e vendono un sacco di dischi siano in contraddizione con loro stesi ma soprattutto siano dei gran ruffiani.

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