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BARROCK Luca Rodella
 

Istituzione del “Nuovo Progressivo Italiano”, considerati un qualcosa di affermato e sicuro, si è forse dimenticato che i Barrock sono giunti all’esordio discografico solo nel giugno del ’91. Il CD in questione premia nove anni di attività (non so fino a che punto premi il gruppo o chi lo ascolta) facendo uscire la musica dei Barrock dal circuito sub-underground dei demotapes, rimanendo pur sempre nell’underground dell’ambiente prog. Anche se non proprio voluto, questo periodo di incubazione ha permesso al gruppo di Pordenone di giungere al disco con piena maturità, padronanza tecnica e personalità stilistica affinate attraverso due lavori promozionali su cassetta: “Barrock” e “L’alchimista”, datati 1983 e 1988. Ad ogni uscita la critica del settore gridava al capolavoro ed annunciava un’imminente uscita su disco. A causa del ben noto “budget limitato per un disco senza mercato”, le esperienze viniliche erano limitate a collaborazioni a compilation come “Elettrici dintorni”, “Una canzone per la tua città” o la ben nota “Exposure”, che ha permesso al loro nome di fare il giro del mondo. Proprio dall’estero è giunta l’opportunità dell’esordio discografico per uno dei gruppi più “decorati” d’Italia (diplomi di composizione, musica corale, direzione di coro, etc.). Mentre dal Giappone giungono notizie di un’imminente ristampa del CD, visto che la tiratura preventivata è già esaurita, ecco ciò che Arlequins ha raccolto.

Salve e bentornati su queste pagine. Dall’ultima volta che ci avete fatto visita qualcosa è cambiato per voi; cosa ha significato l’essere riusciti a diffondere la vostra musica su di un supporto più consono a questa che non nastri dimostrativi?
Ovviamente è stato motivo di soddisfazione riuscire ad ottenere un interesse così tangibilmente acceso verso una musica come la nostra, ma non abbiamo perso di vista la sana umiltà che ci rende molto diffidenti verso un’ipotesi di reale successo: probabilmente gli amici giapponesi che hanno investito numerose risorse sulla musica dei Barrock non arricchiranno tanto presto grazie a noi!
I Barrock hanno sempre avuto un occhio di riguardo per l’anticommercialità, il vostro sound è complesso, ostico, assolutamente inavvicinabile per chi non sia più che appassionato di musica progressiva. La possibilità di maggior guadagno offerta dall’allargamento della cerchia degli eletti che possano capire la vostra musica rendendola più abbordabile, non vi ha sfiorato neppure per un attimo?
Noi non siamo vincolati a scelte commerciali o non commerciali, facciamo solo la musica che ci piace e in cui crediamo, lavorando duramente e con grande onestà. Purtroppo questa musica è il contrario della vendibilità, ma ci piace sapere che ci sono altre persone che la pensano come noi, che ci apprezzano e ci seguono da molti anni anche se il loro numero, ovviamente, è ancora talmente basso da non permetterci di poter trasformare il gruppo in qualcosa di professionale che ci dia da vivere.
Le vostre radici sono profondamente ancorate alla tradizione italiana anche se le caratteristiche distintive della vostra musica fanno di voi, a mio parere, uno dei gruppi più originali in circolazione. Penso infatti che, più che essere paragonato a qualcosa di già esistente, il Barrock rock verrà preso come riferimento per indicare questo tipo di sound. Ci sono comunque gruppi del passato cui vi sentite vicini?
Il Barrock rock è una confluenza di tantissimi stili ed esperienze. Ognuno di noi ascolta e predilige linguaggi anche lontanissimi anni luce dalla musica che facciamo con i Barrock. Possiamo dire che fra i gruppi che ci hanno influenzato potremmo mettere al primo posto il Banco dei tempi di "Darwin" ed "Io sono nato libero", la prima PFM, il Biglietto Per l'Inferno, il Rovescio Della Medaglia di "Contaminazione", i New Trolls di "Concerto grosso", solo per restare in Italia, mentre, guardando all'estero, le preferenze vanno ai mostri sacri come EL&P, Genesis, Gentle Giant e Pink Floyd. Oggi che questi gruppi sono un po' dimenticati, rivolgiamo i nostri interessi a quei musicisti che si mettono in luce per particolari meriti virtuosistici (giusto per tener calda la tecnica), come Malmsteen, Satriani per le chitarre, D. Weckl per la batteria, Mark King per il basso, i Manhattan Transfer per le voci etc... anche se dobbiamo rilevare che c'è poca cura per le composizioni... insomma, più nessuno fa le grandi opere rock di una volta, gli album-concept!
Il vostro grado di anzianità (leggasi militanza musicale), nonché di capacità, credo vi permetta di vagliare obiettivamente l'ambiente progressivo italiano; come lo vedete e che futuro gli pronosticate, se ritenete che lo avrà?
Siamo molto ottimisti: in Italia ci sono grandi gruppi che meritano di più, ma manca ancora quello spirito ci coesione e di collaborazione che permetta a questo genere di diffondersi di più; del resto non ci sono neanche risorse da spartire. I tempi non sono ancora maturi però la gente sta crescendo e le cose sembrano pian piano muoversi. Per quanto riguarda il futuro, al momento in Italia non c'è niente che possa offrire garanzie; forse l'estero, che vanta una preparazione culturale molto più seria della nostra, potrà rappresentare uno sbocco. E' per questo che abbiamo pubblicato un disco in Giappone prima ancora di pensare ad un'eventuale distribuzione italiana.
In attesa di questo, quali sono i vostri progetti per il futuro, anche riguardo a quei pezzi della vostra produzione su cassetta che, vuoi per gli arrangiamenti, vuoi per la struttura musicale o ancora per una delle altre numerose qualità che contraddistinguono la vostra musica, possono essere considerati dei gioiellini musicali? Sarà offerta anche a questi la possibilità di proporsi al pubblico su di un supporto più consono?
Per il momento non abbiamo progetti! Se le cose evolveranno, meglio! Effettivamente ci sono dei brani tratti dai vecchi demo che vorremmo riproporre in una veste più professionale, come "Il vampiro", "Guerra" e qualcun altro, ma abbiamo anche diverso materiale nuovo ed attendiamo il consenso di un'etichetta compiacente per poterlo registrare.
Si parla della possibilità di una stampa in edizione italiana del CD che eliminerebbe le spese di importazione; c'è qualcosa di concreto o sono solo voci?
Le richieste per una stampa italiana del CD giapponese ci sono, ma non riusciamo a quantificarle, o meglio, non ci sembrano ancora abbastanza per poter affrontare l'ingente spesa. Bisognerebbe riuscire ad organizzare un centro che faccia da punto di riferimento per le prenotazioni.
Per concludere, volete lasciare qualche messaggio?
Come no! Cari amici sostenitori, non arrabbiatevi con noi quando vi sentite chiedere cifre che superano le 40.000 lire per il nostro CD: nessuno ha intenzione di speculare né di arricchirsi; il fatto è che questo disco, prima di giungere nelle vostre mani deve fare il giro di mezzo mondo! Noi speriamo che in futuro le cose cambino ma per il momento qui in Italia siamo ancora troppo pochi, ma se lo trovate, e lo acquistate ugualmente, scriveteci e comunicateci le vostre impressioni: anche se in futuro riusciremmo a farlo stampare qui, con conseguente abbassamento dei prezzi, non dimenticheremo quelli che per primi hanno creduto in noi e si sono accollati un sacrificio economico non indifferente pur di entrare in possesso di un CD dei Barrock!
Mille grazie per la disponibilità e a risentirci presto!

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