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INSTANT FLIGHT Jessica Attene & Alberto Nucci
 

Potete presentare la band ai nostri lettori?

Marco Magnani alla chitarra e voce (bolognese che vive a Londra da 12 anni), Lucie Rejchrtova alle tastiere e fisarmonica (della Repubblica Ceca), Andrew Browning al basso & James Ovens alla batteria (tutti di base a Londra). Prima che gli Instant Flight si formassero iniziai a suonare in set acustici a Londra, nel 1997. La prima parvenza di band giunse nel 1999 con una line up composta da due chitarristi, un bassista ed un batterista anche se perfino allora suonavamo regolarmente in giro per Londra. La musica di quella line up può essere ascoltato dalla pagina "music" del nostro sito, cliccando su "more music". Nel 2001 io e Lucie Rejchrtova ci incontrammo in uno psychedelic club chiamato "Electric Orange", nel centro di Londra, dove per altro il batterista attuale faceva il DJ. Magia pura, vero? Il bassista Andrew Browning si unì un po' più tardi.

Come è nato l'amore per un certo tipo di musica e da chi o cosa vi sentite ispirati?

Ho sentito i Beatles, Who, Bob Dylan e altri miti grazie a mio fratello. Mi innamorai di quel tipo di musica immediatamente. Mio fratello mi insegnò i primi accordi di chitarra. I primi furono gli accordi di "Gloria" (dei Them). All'epoca mi interessava cantare e la chitarra ritmica, ma da lì in poi mi sono arrampicato sulla montagna della musica ad orecchio e ho cominciato a slegare anche assoli. Non so che cosa ci lega a quel sound ma Rap, Techno, Metal e tutto ciò ci fa sentire come se ci avessero rinchiuso in un frigorifero...Come vi sentireste in frigo? Piuttosto freddo, vero?

Come rispondete a chi vi può accusare di fare una musica troppo retrò?

Io, soprattutto in quanto scrittore di pezzi, posso dire di non volere essere retrò ma le idee che mi vengono e che decido di tenere devono piacermi, innanzitutto. Cerco di adattarmi ai tempi ma che ci posso fare se i Cold Play mi suonano uguali a Travis? Usano vere chitarre acustiche, sì, ma chi prende il posto elettrificante del suono di Hendrix per esempio? Credo che se nuovi registi come Tarantino ripescano vecchissimi pezzi surf dei primi anni 60 c'è un motivo che i nostri sensi emotivi captano e basta, sia che siamo nel 2005 o nel 1975. Se nei documentari sulla natura ancora oggi usano vecchi pezzi dei Pink Floyd è perché la bella musica è bella per i nostri sensi e non mi frega un fico se tutti si tingono i capelli viola e suonano con i computer.


Vivere a Londra facilita o penalizza chi si dedica ad una musica come la vostra?

Tutte due le cose. C'e'grande varietà di generi ed è pieno di amanti della nostra musica o da ciò che siamo influenzati. Allo stesso tempo i locali dove bands come Instant Flight e altre suonano, sono così pieni di bands di tutti i tipi che si fa fatica a farne un evento originale. Forse per noi è difficile quanto in Italia, forse un po' meno. O per lo meno risulta meno alieno come genere musicale in sé.

Pensate che valga ancora la pena stampare i dischi su vinile?

Certo! Hey hey My my, Rock'n'roll can never die!

Anche la registrazione è vintage?

Non volutamente come alcuni pensano. Forse lo risulta ma non volutamente. Tutto ciò che vorrei è fare una musica che sia bella senza tempo. Dato che però viviamo in un mondo dove tutto vuole avere un'etichetta, risultiamo vintage, magari perchè il rullante non è stato mixato con volume a stramanetta.

Come è nata la collaborazione con Arthur Brown?

Lucie suonava la tastiera in Metropolitana a Londra come busker. Mr Brown si e fermato chiedendole se aveva una band. Giorni dopo lei le ha spediti il nostro mini album precedente. A lui e piaciuto e ci ha chiesto se potevamo fargli da band per alcuni concerti. Noi abbiamo detto sì e lui ha anche accettato di cantare su 2 pezzi del nostro album"Colours & Lights".

Per me il vostro disco andrebbe alla grande in certi tipi di discoteche, che ne pensate?

Vuoi dire in quelle techno per educare i robot che ci danzano ad apprezzare la buona musica!? Se intendi invece club retro può darsi, ma ti sorprenderà se ti dico che in club 60's anche a Londra a volte ho il disgusto, se tutti sono intappati al 100% 60's. Ho il disgusto per ogni tipo di situazione in cui una moda crea separatismi. Preferisco serate in cui in club 60's c'è chi veste alla maniera più normale possibile mischiandosi anche ai fanatici stile Carnaby Street 1960's.

Pensate che la musica sia un mezzo per estraniarsi dall'ambiente circostante o debba invece integrarsi con esso?

Per me e tutte due le cose. Un esempio? Ascolto la musica in macchina e sono carichissimo....fino a che mi perdo per strada e allora se mi voglio orientare la prima cosa che faccio è abbassare il volume a zero. Forse per me la musica è per estraniarsi dall'ambiente temporaneamente, per poi tornarci e riapprezzarlo di nuovo.

Marco Magnani(Singer/guitarist of Instant Flight)

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