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ZUFFANTI, FABIO Valentino Butti
 

La recente pubblicazione di "Autmnsymphony" degli Höstsonaten ci porta ad incontrare nuovamente Fabio Zuffanti, vero e proprio deux ex-machina del progetto. Ne è scaturita un'interessante (speriamo) chiacchierata che ci consente di fare il punto della situazione dei suoi svariati progetti, da Rohmer alla Maschera di cera. Buona lettura!!

Ciao Fabio e ben ritrovato. Da pochi giorni è uscito il nuovo lavoro degli Höstsonaten: "Autumnsymphony". Sei soddisfatto del lavoro o , potendo, rifaresti qualcosa che non ti ha pienamente soddisfatto?

Ne sono assolutamente soddisfatto. Direi entusiasta! A dire il vero quando il lavoro è terminato pensavo che in molti punti potesse essere trovato dai miei ascoltatori un po' troppo diverso dagli altri due capitoli, forse troppo jazzato, 'cameristico' e leggermente meno prog 'canonico'. Sono invece rimasto stupefatto della risposta con cui è stato accolto. Non solo in 15 giorni - e senza ancora recensioni uscite - ha bruciato tutta la prima tiratura ma sono tantissime le persone che lo definiscono il migliore della trilogia. Di più non potevo sperare. Non rifarei assolutamente nulla se non un piccolo punto sul finale di 'Elegy' che a posteriori forse avrei visto un po' più enfatizzato e potente.

A mio avviso “Autumnsymphony” è il migliore dei tre album sulle“stagioni” pubblicati sin ora. Sarà che amo molto questo periodo dell’anno, i suoi colori, le sue atmosfere e quindi forse per questo mi pare il più “centrato” musicalmente. Che ne pensi?

Cosa dicevo poc'anzi? :-) A mio gusto, pur essendone molto orgoglioso, non saprei dire se realmente “Autumnsymphony” sia il migliore dei tre. Ma non perché non voglia sbilanciarmi ma semplicemente perché vedo le 3 parti finora pubblicate e la quarta che verrà come un'opera unica. Una gigantesca suite di 3 ore formata di tanti momenti distinti. Alcuni forse più focalizzati di altri ma in generale un tutt'uno che come tale va considerato. Per farti un esempio, ci sono delle parti di "Supper's Ready" che amo più di altre ma so bene che il pezzo va preso nella sua interezza, con tutti i sui equilibri interni, e che le parti bellissime sono forti anche perché accostate a momenti magari meno centrati ma che nell'economia del tutto contribuiscono a rendere unica la suite. Così "Seasoncycle Suite". Forse la parte autunnale alla fine risulterà la più gradita ma per dirlo bisognerà aspettare la conclusione del progetto ed un ascolto unitario del tutto.

Fabio Zuffanti bassista, ma nell’ultimo album spesso e volentieri anche Moog e Mellotron. Stai cercando ulteriori possibilità espressive oppure Macor e Valle costano troppo ? :-)

Eh eh, no, non è questo il motivo. Diciamo che mi piace sperimentare diversi modi di porsi rispetto al proprio strumento. Conosco oramai a menadito tutte le straordinarie capacità di Boris e Ago però per questo particolare disco volevo capire cosa sarei riuscito a fare da solo. Visto inoltre che le parti di tastiera non erano così difficili ho deciso di pensarci io. O meglio, a livello di demo ho preparato delle parti con l'idea di farle poi risuonare da un tastierista 'vero'. Ascoltando però, insieme a Robbo Vigo (tecnico del suono e co-produttore dell'album), il risultato finale ci siamo resi conto le mie parti funzionavano benissimo e così abbiamo deciso di tenerle. La cosa mi fa molto piacere, specie in un disco che sta trovando così tanti consensi. Anche perché, diciamocelo, io non ho certo la tecnica dei due sopracitati ma, così come per il basso e per altri strumenti, mi lascio trasportare dal feeling e mi butto. E incredibilmente il risultato funziona!

Dei tuoi collaboratori avevamo già parlato tempo fa. Però da qualche tempo Matteo Nahum è anche membro effettivo de La Maschera di Cera (MDC). L’avevo apprezzato, lo scorso novembre (2008) nel primo concerto in assoluto degli Höstsonaten all’ “Altrock festival”, come versatile chitarrista. So che non ne vuoi parlare molto, ma una chitarra elettrica nella “Maschera” immagino abbia portato delle novità stilistiche al sound che finirà sul vostro prossimo ed imminente album. Su… sbilanciati un po’…

Mi sbilancio volentieri, anche perché oramai lo sanno tutti... Ebbene si, dopo 8 anni di vita e 3 album 'no guitar' ci siamo convertiti all'idea di avere tale strumento in formazione e abbiamo assunto il valente Matteo. Chitarrista a dir poco formidabile, sia nell'elettrico che nell'acustico. Inutile che ti dica che il suono della MDC del nuovo album sarà un suono un po' diverso, a tratti ancora più duro e sinfonico ma con degli inaspettati, e inediti per noi, momenti molto delicati e quasi 'cantautorali'. Questo grazie alla chitarra ma soprattutto grazie ad uno studio e ad un percorso fatto sui brani. Una limatura quasi maniacale che sta andando avanti oramai da 3 anni. Da soli e con la preziosa consulenza di Franz Di Cioccio che ancora una volta produrrà il lavoro. Lavoro che abbiamo terminato di incidere da qualche settimana e che speriamo di vedere nei negozi all'inizio del 2010.

Sempre con La Maschera di Cera una recente data americana. Una bella esperienza posso immaginare…

Fenomenale. Personalmente sono stato al Progday già 12 anni fa con i Finisterre e ricordavo benissimo la grande accoglienza, il calore delle persone, l'entusiasmo. Tutte cose che si sono ripetute e amplificate nel concerto della Maschera di quest'anno. E' la quarta volta che suono negli USA e ogni volta va sempre meglio e c'è sempre più entusiasmo. Quando siamo lì ci sentiamo al top, ci fanno sentire al top, e anni di duro lavoro e sacrificio trovano un significato, specie per me e per tutto quello che ho seminato in questi 15 anni. Trovarsi a stretto contatto con persone che adorano te e ogni nota che suoni è fantastico e non ci sono parole per descriverlo. Gli altri ragazzi del gruppo te lo possono confermare, l'America è il nostro paradiso!

La dimensione “live” è il momento topico per un musicista. Ma le difficoltà che un genere di nicchia come il progressive ha per potersi esprimere dal vivo rende questi momenti (per molte band almeno) estremamente rari. Molto banalmente: ma i cosiddetti gruppi di spalla, gli ospiti o come vogliamo chiamarli ci sono sempre stati e molte band (es. la PFM con gli Yes) hanno beneficiato di queste opportunità suonando con i più conosciuti “colleghi”. Pare, oggi, che questa possibilità non sia più presa in considerazione.

Credo che il problema basilare sia che i gruppi grossi, vedi PFM, hanno uno spettacolo e una produzione dove tutto è calibrato e impostato al millimetro e avere un gruppo di spalla a cui serve una parte di palco, un'altra batteria, amplificatori, mixer, ecc... sia una cosa che musicisti arrivati ad un certo grado di fama non vedono, anche giustamente, di buon grado. Conta inoltre che, sempre nel caso di PFM, il batterista è il nostro produttore, non il gruppo, e quindi magari a Franz potrebbe anche andare bene ma se la deve vedere con gli altri. Non è detto che a Mussida o a Djvas vada bene fare tutto questo sbattimento livello di cambio palco per promuovere un gruppo di cui a loro in realtà non frega nulla. Questo è quello che penso e credo che sia molo vicino alla realtà. Devo dirti comunque che non amo molto queste esibizioni di venti minuti di spalla al grande gruppo di turno. Le volte che lo abbiamo fatto è stata solo una gran faticata a fare stressantissimi cambi palco e cose del genere e non mi sembra sia mai successo che qualcuno sia diventato nostro fan perché ci ha visti far da spalla a chicchessia, anche perché credo che alla fine ad uno che va a vedere PFM o chi per loro freghi poco del gruppo spalla. Preferisco di gran lunga un concerto tutto mio/nostro anche in luoghi piccoli purché ben organizzato.

A questo proposito. Qualche data fissata?

Con MDC al momento nulla, stiamo però preparando la nuova scaletta e aspettiamo che esca il disco, poi si vedrà. Con la mia musica elettronica solista invece giracchio sempre per club, musei, librerie e situazioni varie e non sarà difficile vedermi in giro per l'Italia a sonorizzare qualche mostra di arte contemporanea piuttosto che ad accompagnare un poeta in un suo reading o insieme al mitico Tommaso Labranca in uno dei nostri prossimi deliri musical/letterari.

Un anno fa il primo album a nome “Rohmer”. Ne eri rimasto soddisfatto (e forse è quel che più conta), ma è innegabile che molti fans dei tuoi vari progetti lo abbiano considerato un mezzo passo falso. È forse vero che le possibilità espressive in un ambito intimista come “Rohmer” sono più limitate ed il rischio di ripetersi esiste maggiormente, ma credi possa esserci un seguito, se non a breve, per questo progetto?

Sono sempre molto soddisfatto dell'album e sono stato consapevole fin dall'inizio che i fan di Höstsonaten o della Maschera Di Cera lo avrebbero trovato a dir poco ostico in molte sue parti. Per contro il cd è stato molto apprezzato in ambiti diversi dal prog, come per esempio il circuito indie, postrock e della musica sperimentale/elettronica. Sicuramente in futuro ci sarà un nuovo Rohmer ma al momento non so dirti quando anche perché prima ci sarà in ballo un nuovo cd dei Finsterre al quale vorremo cominciare a pensare quanto prima.

Mi fornisci un prezioso assist: Finisterre… finito il letargo allora?

Siamo ancora in alto mare, per ora c'è la proposta di organizzare un meeting per ri-incontrarci, parlare un po' di questo eventuale nuovo album e fare qualche programma per i prossimi mesi allo scopo di buttare giù materiale nuovo, provarlo e registrarlo. Sono abbastanza ottimista, anche se credo che il lavoro sarò molto lungo e prima del 2011 secondo me ci saranno poche probabilità il risultato di tale lavoro veda la luce. Sono però contento ci sia da parte del gruppo tutto la volontà di lavorare ancora insieme. Staremo a vedere.

Il prossimo appuntamento, dunque, è l’album della Maschera di Cera. Ma è inutile dire che manca ancora una parte del ciclo delle stagioni: l’estate. Hai già in mente qualcosa che ci puoi anticipare?

Non ho ancora buttato giù una nota a riguardo e credo che prima di realizzarlo mi concederò una piccola pausa, anche perché non vorrei fare uscire le varie parti a distanza tropo ravvicinata e mi piacerebbe creare almeno un po' di aspettativa per questo ultimo tassello. Anticipazioni sulla musica te ne so dare poche visto che non ho ancora cominciato a comporre ma direi che sarà un disco molto solare e pieno di vita, in fondo rappresenta la nascita e l'inizio del ciclo delle stagioni. Non so dirti in che modo questa vita si esplicherà musicalmente ma credo che in ogni caso sarà molto diverso da "Autumn" e "Winter" e piuttosto si avvicinerà di più a Spring. Staremo a vedere, sono molto curioso pure io.

Per concludere. Cosa è rimasto del Fabio Zuffanti di “Finisterre”, di “In limine”? Del modo di concepire e vedere la musica ed il mondo che la circonda

Tante cose sono mutate in questi 15 anni e, anche se in fondo credo di essere sempre la stessa persona - entusiasta, convinto e con la testa sempre piena di note - penso che la cosa bella sia stata il diventare via via più consapevole del fatto che la musica è la mia vita ed essere riuscito a viverla nel modo che sognavo. Anche a livello materiale, visto che all'epoca per mantenermi facevo il rappresentante editoriale ed ora invece faccio solo il musicista. Se c'è stato un cambiamento c'è quindi stato solo in meglio, a tutti i livelli, e mi auguro di essere ancora qui tra altri 15 anni ed avere accresciuto e approfondito ancora di più il mio rapporto con la musica. Con la testa sempre piena di note!

Grazie per la disponibilità e a presto “live on stage”…

Yeah, rock'n'roll!!! :-)


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