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DAAL Jessica Attene & Alberto Nucci
 

DAvide Guidoni e ALfio Costa, ovvero DAAL, dopo aver lavorato a diversi progetti di vario tipo, hanno sfornato questa nuova sigla tutta per loro e con questo nuovo vessillo si sono dedicati alla composizione di musica sperimentale, ricca di mille contaminazioni. Il processo compositivo è avvenuto in un contesto davvero speciale, i due artisti infatti, uno romano e l’altro bergamasco, si sono rinchiusi, in totale isolamento e a contatto con la natura, in un casale immerso nella campagna viterbese. Il risultato è “Disorganicorigami”, un disco impegnativo ed avventuroso, di difficile lettura ma allo stesso tempo avvincente e stimolante per chi nel Progressive Rock non cerca le solite e noiose clonazioni. Vi proponiamo una doppia intervista per cercare di fare luce su questa nuova entità musicale


Dall'unione di due musicisti come ALfio Costa e DAvide Guidoni mi sarei aspettata un'opera più classicamente votata al prog sinfonico e invece scopro un lavoro molto sperimentale. E' stata una scelta meditata, l'esigenza di trovare una nuova strada musicale, o cosa?

DA: Alfio con i suoi progetti non è mai stato votato al prog più sinfonico, come potevo invece esserlo io con i Taproban di Posidonian Fields. i Tilion e precedentemente i Prowlers avevano diverse caratteristiche e peculiarità ma non c'è mai stata una predominanza di sonorità alla EL&P o Genesis e Yes. Era comunque una nostra impellente necessità cercare di uscire fuori dai limiti che un genere, qualsiasi esso sia, poteva imporre. ma devo dire che “Disorganicorigami” è un lavoro molto spontaneo ed improvvisato, più di quello che si possa immaginare. Essendo distanti l’uno dall’altro e mancando di conseguenza quell’interplay costante e necessario a rodare un gruppo, era l’unica strada che potevamo seguire. Poi indubbiamente c’è stata una necessità di ricerca di linguaggi per noi inediti.

AL: Sinceramente non ho mai avuto un'idea prettamente sinfonica dei miei lavori fatti in passato con Prowlers e Tilion. I primi li definirei alquanto psichedelici e folkeggianti, i secondi dark prog con venature metal e psichedeliche. Il lato sinfonico è sempre stato davvero poco presente... non credo abbiamo mai avuto molto da spartire con influenze Yes o Genesis. Davide sì! Lui e i suoi Taproban erano davvero molto più sinfonici e legati ad un prog rock con schemi classici e influenze ben precise. Daal è del tutto una cosa nuova per entrambi. L'accordo iniziale era quello della libertà assoluta e della sperimentazione e così è stato. Nessuna esigenza particolare, solo la voglia di dare libero sfogo alle nostre perversioni musicali.

Nel booklet del CD spiegate che la composizione dell'album è avvenuta in un ambiente isolato in campagna: come ha agito questa condizione di isolamento sulla vostra musica? Come giudicate questa esperienza e cosa ha portato nella vostra vita artistica

DA: Io ed Alfio non siamo dei musicisti di primo “pelo”! Abbiamo avuto i nostri gruppi, i nostri concerti ed i nostri dischi pubblicati, seguendo sempre lo stesso iter di lavoro. Volevamo assolutamente qualcosa di diverso, c’era questa necessità di fare di questo progetto qualcosa di unico per noi e per il nostro approccio. Ho un amico che ha questo casolare enorme vicino ai monti Cimini (vt) ed approfittando della sua cortesia, nel settembre del 2008 mi sono fatto prestare la tenuta per una settimana ed ho invitato Alfio a scendere con quanta più strumentazione possibile… ma non pensavo si portasse dietro il Mellotron! Un pazzo scatenato!!!
Questa sorta di esperienza “spirituale” ci ha aiutato ad essere sicuramente più rilassati ed a lavorare per un unico scopo senza nessuna interferenza. Il contesto naturalistico di questo paesaggio rurale ha influenzato sicuramente tantissimo Alfio che si è dimostrato una vera fucina di idee. “Brain Melody per esempio è nata del tutto durante questa sessione di prove, ed anche il nostro omaggio a Richard Wright con il pezzo “A sacerful of secrets” è stato ideato laggiù con Alfio che non riusciva a capacitarsi della morte del tastierista dei Floyd. Un esperienza bellissima che ripeteremo questa estate!!
Penso che la musica in un contesto come questo possa solo trarne giovamento.

AL: Ah quel posto è assolutamente fantastico! Dave mi invitò nel settembre del 2008 in questo casolare nella campagna viterbese. All'inizio ero un po' preoccupato perchè saremmo stati per una settimana isolati dal resto del mondo e non ci conoscevamo così bene per poterci considerare amici. Arrivato lì, circondato da un ambiente naturale meraviglioso e dall'atmosfera particolare che si respira in quel posto, mi sentii subito a mio agio e imparai a conoscere Davide anche dal punto di vista umano. Mi sentivo libero e mi lasciai completamente trasportare dalla situazione. Composi “Brain Melody” una notte mentre Dave dormiva... al mattino praticamente mi trovò seduto al Mellotron mezzo addormentato! Successero molte cose strane in quella casa, ma tutto contribuì a ispirarci e dare forma al nostro progetto. Non avevo mai provato nulla di simile prima. Solitamente con Prowlers e Tilion andavamo in studio registrando e affinando le composizioni fatte in sala prove. Invece con Daal fu tutto completamente nuovo e davvero stimolante... mi piacerebbe ripeterlo presto.

Visto che avete vissuto per un po' di tempo assieme a questo punto posso chiederti di dirmi un pregio e un difetto di Davide/Alfio?

DA: Musicalmente parlando Alfio ha il grosso pregio di essere un ottimo tastierista con un parco di strumenti di assoluto valore che però non utilizza come farebbe qualsiasi tastierista di prog sinfonico. Lui è aperto mentalmente e non disdegna di modificare e filtrare a volte i suoni classici che prendono un'altra forma magari inedita, e questo lo fa perchè ha uno spirito di sperimentazione che lo porta al di là dell’arrangiamento canonico, tra l’altro utilizzando suoni e campioni bellissimi.
Il suo difetto (che è anche un pregio!) è che risulta una persona correttissima, cordiale, molto sincera e diretta, che soffre se viene in qualche modo “tradito” da azioni poco corrette nei suoi confronti. Io al posto suo sarei molto meno indulgente con alcune persone!!!

AL: Un pregio ?... non credo ne abbia.... ahahhaha. A parte gli scherzi credo che il pregio maggiore di Dave sia la sua voglia di fare... è davvero coinvolgente ed è un artista a 360 gradi! Il suo difetto è che non fuma, non beve alcolici e russa come un orso polare! ahahahahah... scherzo. Credo che la sua estrema sensibilità lo porti a sembrare duro e permaloso. In realtà è una persona adorabile, simpatica e artisticamente parlando completa. Forse è un po' frettoloso... fosse per lui avremmo già fatto una decina di album!

Pensate di essere riusciti a trovare una vostra dimensione musicale? Quali sono secondo te le caratteristiche peculiari della musica dei DAAL?

DA: Credo che sia troppo presto ancora per affermare che i Daal fanno “quel” genere di musica. Data la natura propria del progetto votato alla totale libertà di intenti, direi che qualsiasi tipo di coordinate possano essere poco esplicative al riguardo. Io stesso ho difficoltà ad incanalare “Disorganicorigami” in un genere o sottogenere che sia, poi è ovvio che sia io che Alfio abbiamo i nostri gusti musicali che in qualche maniera si riflettono in quello che facciamo. Credo che la peculiarità dei Daal sia proprio questa.

AL: Sono convinto che non esista una precisa dimensione musicale nel progetto DAAL. Come ti dicevo è peculiare la libertà di espressione e credo che la caratteristica principale sia e sarà non avere vincoli e riferimenti precisi. Naturalmente le nostre composizioni risentono parecchio delle nostre influenze e gusti personali, ma ritengo che l'aspetto essenziale della nostra musica sia fortemente legato alla nostra sensibilità di artisti (passami il termine) liberi.

State già preparando un seguito per il vostro progetto? Che direzione pensi che prenderà la vostra musica?

DA: Stiamo lavorando a due pezzi per due dischi tributo dell’accoppiata Musea-Colossus: Il primo brano si intitola “Static stars” è sarà presente sul tributo “Dante’s Paradiso”, che sarà la parte finale della trilogia cominciata nel 2008…un brano assolutamente in controtendenza con il “mood” dell’opera….un incrocio (questo si posso dirlo!) tra Fates Warning ed Uk!!! Molto…..dinamico!!!
Il secondo sarà presente sul tributo “The Synphonic collection” dedicato ad E.A. Poe. Con il brano “The fall of house Husher”. Credo sarà il primo brano partorito dai Daal con una parte cantata. Per il seguito di “Disorganicorigami” ci incontreremo questa estate io ed Alfio per cominciare a buttare giù le nostre idee. Dobbiamo decidere solo dove: se nel casolare di due anni fa’ o se in un altro posto. Stiamo visionando alcuni posti per vedere se sono adeguati al nostro bisogno. Devo dire che Alfio è rimasto colpito dall’atmosfera “etrusca” che si respirava sui monti Cimini…forse raddoppieremo, anche se il periodo migliore sarebbe tardo ottobre.
Inoltre, e questa è una notizia in anteprima, contemporaneamente all’uscita del secondo, produrremo un’edizione a tiratura limitatissima (40 copie) che avrà oltre al disco altro materiale appositamente creato per l’occasione. I proventi delle vendite andranno esclusivamente in beneficenza.

AL: Stiamo preparando un paio di brani per il Paradiso di Dante e il tributo ad E.A. Poe, entrambi frutto della collaborazione con Colossus e Musea. Anche in questo caso le composizioni e le sonorità sono particolari e non propriamente legate ai canoni classici del progressive sinfonico. Stiamo anche pensando ad un secondo album e personalmente ritengo prematuro parlarne, visto che mi lascerò molto influenzare dal posto che sceglieremo per comporre e dalle situazioni che vivremo. Sono solo sicuro che la nostra musica non avrà una direzione ben precisa e questa cosa mi conforta e mi stimola non poco.

Cosa significa "Disorganicorigami"? Come è nata l'idea per il titolo dell'album?

AL: Bella domanda... sai che non lo so. Il titolo lo ha scelto Davide, se non ricordo male durante la nostra convivenza in quel casale, in seguito al totale disordine venutosi creare molte volte per colpa della mia disorganizzazione... ahahahaha. Ricordo persino di avergli rovinato una macchina fotografica e ancora oggi mi sento un po' in colpa... ahahahahah!

DA: Ovviamente è una parola inventata. Un incrocio tra origami e disorganico…qualcosa che ha mille sfaccettature molte delle quali ancora non ben definite…direi che calza abbastanza bene alla nostra musica.

Credi che abbia senso oggi parlare di progressive in termini di "progresso ed evoluzione"? Pensi in particolare di essere riuscito a portare qualcosa di nuovo nella musica prog? Ci sono gruppi prog che oggi incarnano l'idea della sperimentazione musicale?

DA: Secondo me lo scopo della musica progressiva deve essere proprio quello dell’evoluzione… in qualsiasi direzione: non ha più senso per un gruppo riproporre la solita formula trita e ritrita per decine di dischi… e comunque è una cosa che a me non piacerebbe fare, per questo motivo io sono uscito dai Taproban. Sono attratto da musicisti che ad un certo punto della loro carriera si sono fermati, hanno riflettuto ed hanno cercato di fare qualcosa di nuovo facendo un po’ tabula rasa del loro passato, penso per esempio ai King Crimson, un gruppo che incarna bene il significato del progressive, penso a Terry Bozzio… pionieri di un linguaggio musicale nuovo pur avendo un solido background rock. Ci sono certamente gruppi che sperimentano soluzioni a volte inedite in questo genere, io per esempio amo alla follia l’evoluzione musicale dei Moongarden, ma devo dire di essere abbastanza onnivoro e quindi poi alla fine ascolto (e suono!) di tutto. Se i Daal sono riusciti a portare qualcosa di nuovo nell’ambito prog?... te lo dico tra vent’anni!!! :-)

AL: Sono certo che abbia ancora senso parlare di progresso ed evoluzione per un artista... ci mancherebbe altro! Non per questo sono convinto che si possa inventare qualcosa di nuovo... Secondo me nel rock tutto è già stato scritto e fatto molto tempo fa. Ad ogni modo essere progressivi nella musica credo sia un riflesso della propria essenza, l'esprimersi attraverso la propria musica e il modo di viverla. Bisogna essere "progressivi dentro"! Nascere crescere ed evolversi è importantissimo per un essere umano quanto per un artista. Trovo abbastanza riduttivo e poco stimolante limitarsi a riproporre musica scritta e fatta 40 anni fa, anche se rispetto molto chi ha fatto questa scelta. Allo stesso modo trovo davvero superficiale considerare il progressive musica per virtuosi o tecnici dello strumento. Personalmente trovo molto più progressiva la musica di gente come Vincenzo Zitello o Giovanni Sollima che quella di Flower Kings o Dream Theater... e so che ora qualcuno mi odierà profondamente!

Devo dire che per me è stato molto difficile cercare di descrivere la vostra musica: sapete individuare poche coordinate per aiutare i nostri lettori a capire che disco devono aspettarsi?

DA: Questa è una domanda difficile: se devo fare nomi io ci sento dentro molto i Pink Floyd, ma non come genere, bensì come attitudine. Sicuramente alcune componenti dark rock che fanno parte del bagaglio culturale di Alfio, qualcosina di prog metal (che brutta parola!) ma quello vicino ai Fates Warning più “Progressive”, certamente una buona componente di musica elettronica sullo stile dei Tangerine Dream… come detto è difficile… con i Daal non facciamo troppi algoritmi nel progettare le nostre parti musicali, è un progetto più free di quello che si possa pensare.

AL: Credo possa definirsi come un miscuglio alchemico di atmosfere sonore e ritmiche viscerali. Il tutto condito da una buona dose di anarchia musicale... sì qualcuno l'ha definita musica anarchica e come definizione mi è piaciuta molto. Credo che per un ascoltatore sia impegnativo ascoltare la nostra musica, tanto quanto lo è per noi scriverla e suonarla. Sono convinto che possa piacere o non piacere, ma che non lasci indifferente chi la ascolta.

Come è attualmente il mercato discografico per il Prog e come mai avete deciso di affidarvi alla Mellow Records?

DA: Abbiamo deciso di uscire con Mellow per una semplice constatazione: è stata l'etichetta che ha avuto meno paura di tutte!!!
Si parla di progressive e come il genere debba in qualche modo evolvere per sopravvivere, e poi la maggior parte delle label pretende comunque un prodotto che dia "sicurezza" di vendite, che abbia caratteristiche di progressive classico....e questo in netta controtendenza con quello che dovrebbe essere lo scopo di un etichetta... noi non crediamo di aver fatto nulla di così spaventoso... questo tipo di approccio un po' sperimentale lo avevano già fatto con enorme successo i Floyd almeno 40 anni fa, non abbiamo inventato nulla ma ci siamo sentiti rispondere anche cose tipo "o siete troppo avanti voi o troppo indietro io... non lo capisco" denotando la mancanza totale di un pizzico di preveggenza che secondo me il discografico di oggi dovrebbe avere.

AL: Il mercato discografico prog sta vivendo ormai da tempo una crisi profonda, come del resto tutto il mercato musicale. Limitarsi a dare la colpa al download libero o pirata mi sembra alquanto superficiale. Manca la cultura, la voglia e il desiderio di musica, manca la fame di musica che non sia quella propinata in lungo e in largo da radio e tv. Abbiamo internet e dovremmo utilizzare questo importante strumento in modo intelligente... come al solito però ne facciamo un utilizzo limitato e stupido. Mi spiace molto doverlo dire, ma sto constatando che il nostro album piace molto ed è capito da chi ascolta metal e molto poco da chi è abituato ad ascoltare progressive rock. Credo che l'ambiente prog sia per natura un ambiente masochista e in buona parte costituito da finti intelletualoidi che si scannano tra loro al posto di collaborare per diffondere il più possibile questo genere musicale. La colpa è un po' di tutti, dai discografici ai musicisti, dai giornalisti agli ascoltatori di prog. Abbiamo scelto Mellow perchè semplicemente è stata l'unica etichetta a credere in noi. Conosco Mauro Moroni dai primi anni novanta e non sempre sono stato d'accordo con lui e con le sue scelte. Sono però convinto di una cosa: lui è uno dei pochi nell'ambiente a non avere preconcetti o falsi pudori nei confronti di un artista e della sua musica ed è per questo che lo stimo profondamente.

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