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RUSCELLO, IL Nicola Sulas
 

Silvio e Giampaolo Cavallo, fratelli, e Luca Harb, sono i componenti del gruppo Il Ruscello, autori di un recente esordio discografico nel quale hanno cercato di riproporre, con attenzione quasi maniacale, suoni e atmosfere tipiche del prog italiano degli anni 70’, ottenendo ottimi risultati. Da Londra, dove i tre vivono e lavorano, ci arriva questa intervista, grazie alla quale conosciamo meglio i componenti del gruppo e le loro idee in campo musicale.

Come nasce il progetto Il Ruscello?

Il progetto de “Il Ruscello” nasce a Londra tra il Dicembre 2007 ed il Gennaio 2008. L’ispirazione è sicuramente stata la scoperta definitiva di quella splendida corrente musicale sviluppatasi in Italia nei primi anni ’70 e successivamente denominata “Rock Progressivo Italiano”. Il Ruscello nasce come nostro atto di amore verso questa musica e verso tutto ciò che essa evoca nella nostra mente, in termini di emozioni, sensazioni e, strano a dirsi, nostalgia.

Vi siete formati con l’intenzione di suonare prog o è stato un caso?

Il Ruscello prende forma con l’assoluta volontà, da parte nostra, di comporre e suonare musica progressiva italiana: i testi e le musiche sono frutto di questa nostra precisa intenzione.

Diteci qualcosa riguardo alle vostre precedenti esperienze musicali, sia in Italia che a Londra, (Unyou e Zenstate). Avete già suonato prog in passato?

Unyou è stata la nostra prima band (Luca e Giampaolo), un modo di veicolare la nostra creatività nel periodo universitario. Eravamo influenzati da band come Radiohead, Cure, New Order e la scena showgazer inglese. La band è stata attiva dal 1999 al 2004, abbiamo suonato molto live, partecipato al Tim Tour 2004, e realizzato due demo e un ep che hanno ricevuto ottime recensioni su tutti i magazine italiani (Rock Sound, Rumore etc.).
Nel 2005 ci siamo trasferiti a Londra e fondato la rock band Zen State con Damion Anderson (figlio di Jon degli Yes). Insieme abbiamo iniziato a sperimentare molto e affiancare a pezzi più tradizionalmente rock anche alcuni che potremmo definire prog nell’approccio senza schemi alla composizione e dal sapore 70s dato anche dal cantato.

Che tipo di produzioni musicali realizzate con la vostra società?

Produzioni di ogni tipo, principalmente pop internazionale. Collaboriamo con molti artisti UK sia nel songwriting che nella production. Ci piace comunque sperimentare e abbiamo molti progetti in cantiere di genere diverso, tra cui “Il Ruscello”.

Avete qualche rapporto con la scena prog londinese? Ma soprattutto, esiste attualmente una scena prog londinese, anche solo a livello underground?

No, non abbiamo nessun rapporto con la scena prog londinese… ad essere sinceri non sappiamo neanche se esista una vera e propria scena.. L’unico rapporto è stato conoscere Jon Anderson e vederlo live in due occasioni, da solo ed insieme a Rick Wakeman.

Parliamo di “Paesaggio Solare”. Le composizioni sono state scritte a tavolino per l’album o si trattava di idee che avevate in testa da tempo?

I testi e le musiche di “Paesaggio solare (estate 1972)” sono state scritte in concomitanza con la nascita dell’album. La parte compositiva è stata entusiasmante: durante il processo di scrittura, nonostante la complessità di diverse parti strumentali, ci ha particolarmente sorpreso la facilità e la fluidità con cui sono nate le composizioni. E’ stato un po’ come se l’album si creasse da sé!

Il mio brano preferito nel disco è “Orizzonti”, nel quale mi sembra ci sia maggiore sperimentazione. Qual è il vostro preferito, e quale pensate vi rappresenti maggiormente?

In ogni brano de “Il Ruscello” c’è qualcosa di noi e, al tempo stesso, qualcosa che rende quel brano speciale ai nostri occhi, ciascuno a modo suo; è per questa ragione che scegliere il nostro brano preferito è praticamente impossibile! Allo stesso tempo diciamo che sicuramente tutti i nostri pezzi ci rappresentano pienamente ma, se proprio dobbiamo sbilanciarci, possiamo dire che forse “Paesaggio solare (estate 1972)”, “Il cielo in un ruscello” e “Orizzonti” sono brani che rappresentano qualcosa di speciale per noi.

I vostri punti di riferimento a livello musicale sembrano abbastanza evidenti. Io ho avvertito, tra gli altri, una certa influenza da parte del Balletto di Bronzo e delle Orme. Non pensate che possa essere un rischio avere uno stile così pesantemente influenzato da sonorità che possono apparire troppo sfruttate?

I nostri punti di riferimento sono, oltre al nostro vastissimo back-ground musicale su ogni tipo di musica in circolazione, in ambito progressivo italiano, sicuramente i complessi da te citati, a cui aggiungeremmo Blocco Mentale, Alphataurus, P.F.M. (solo per citarne alcuni). Noi pensiamo sinceramente che nei primi anni ’70 e, soprattutto, tra il 1971 ed il 1974 c’era qualcosa di veramente speciale nell’aria! Le melodie e le musiche più belle, a nostro avviso, di sempre presero forma e videro la luce in quel periodo: ecco, noi riteniamo che essere ispirati dalle sonorità tipiche di quel periodo sia un qualcosa di assolutamente spontaneo e naturale, al di là di ciò che potrebbe apparire all’esterno e all’ascoltatore.

Anche la strumentazione usata nel disco è completamente vintage?

In parte sì, abbiamo usato un basso originale degli anni ’70, una chitarra semiacustica moderna ma old school e alcune parti di moog e mellotron. In generale abbiamo fortemente ricercato synth che avessero un feel vintage e molto caldo e analogico. Il suono vintage è dato, oltre che dalla musica stessa, anche dall’approccio nel mixing e dalla produzione dei brani. È stato tutto molto spontaneo, abbiamo vissuto un periodo in cui eravamo immersi completamente negli album di rock progressivo italiano degli anni’70 e cercavamo di riprodurre quel suono in tutto e per tutto.

C’è qualche musicista storico del prog italiano con cui vi piacerebbe collaborare?

Sicuramente sì! Ci piacerebbe molto conoscere e collaborare con Aldo Tagliapietra e Le Orme, Gianni Leone de Il Balletto di Bronzo, i Latte e Miele (magari riproponendo in chiave attuale i loro splendidi singoli del 1974!), e la Premiata Forneria Marconi.

Tra gli artisti non italiani, quali pensate possano avervi influenzato maggiormente?

Come abbiamo avuto già modo di specificare, le nostre influenze sono essenzialmente italiane ma certamente alcuni complessi progressivi inglesi hanno contribuito ad arricchire il nostro bagaglio di emozioni e gioia legate alla musica: essi sono principalmente i Genesis, soprattutto quelli di “Foxtrot” e i Camel di “Moonmadness”.

Per quanto riguarda il prog italiano attuale, c’è qualche band che conoscete e che vi piace?

Attualmente siamo ancora totalmente focalizzati nell’ascolto e riscoperta dei grandi classici progressivi degli anni ’70; non abbiamo, di conseguenza, ancora avuto modo di conoscere ed apprezzare complessi italiani contemporanei. Ci ripromettiamo, però, di farlo in modo approfondito in futuro!

“Paesaggio Solare” è stato solo un episodio oppure pensate di dare un seguito all’album?

Noi ci auguriamo che “Paesaggio solare (estate 1972)” possa essere il primo di una lunga serie di album progressivi! Abbiamo, nei mesi scorsi, buttato giù qualche riff a tal fine: vedremo, la vita è un perpetuo divenire.

E’ possibile un’esecuzione dal vivo dei brani di “Paesaggio Solare”? Avete progetti in questa direzione?

Nonostante siano brani tecnicamente complessi e ricchi di cambi di ritmo, sicuramente una loro esecuzione dal vivo è possibile e, da parte nostra, certamente auspicabile. La questione che attualmente ci impedisce di andare in questa direzione è che Il Ruscello è composto da soli tre membri che nell’album suonano vari strumenti (Silvio - voce, chitarra acustica e batteria; Luca – chitarre, pianoforte e sintetizzatori; Giampaolo – basso elettrico e orchestrazioni corali): dal vivo sarebbe impossibile suonare i brani con questa line-up!! Stiamo attualmente vagliando la possibilità di includere, nelle esecuzioni dal vivo, altri due musicisti, un tastierista ed un batterista; ovviamente, data la natura progressiva dei brani, dovranno essere ottimi musicisti nonché appassionati di prog!

I riscontri, di vendita e di critica, quali sono stati sino ad ora? Siete soddisfatti?

Siamo estremamente soddisfatti dei riscontri sin qui ottenuti! L’album, uscito nel Settembre dello scorso anno, ha venduto e continua a vendere molto bene, grazie anche alla distribuzione mondiale della nostra label (AMS-Vinyl Magic), sia in Italia che all’estero, dal Giappone al Brasile, dagli Stati Uniti alla Francia e a tutta l’Europa … persino in Nuova Zelanda! Siamo estremamente soddisfatti anche delle recensioni che “Paesaggio solare (estate 1972)” ha ottenuto e continua ad ottenere da riviste, webzines, siti internet etc: l’album è stato e continua ad essere ascoltato, valutato e apprezzato con molta attenzione e professionalità da addetti ai lavori molto esperti ed appassionati di rock progressivo italiano, segno che l’opera ha destato molta attenzione. Pubblichiamo, man mano che le riceviamo, alcune di queste recensioni sui nostri siti internet (www.ilruscello.net; www.myspace.com/ilruscello) e su Facebook, dove abbiamo già centinaia di fans.Come disco d’esordio, insomma, non potevamo attenderci di meglio!



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